Mentre festeggiavano il secondo trofeo consecutivo, molti tifosi partenopei hanno già iniziato a guardare oltre al regalo sotto l’albero di Natale, auspicando che Antonio Conte riesca nell’impresa più grande, iniziare un ciclo vincente a Napoli. L’entusiasmo dopo la prova convincente in quel di Riad contro una squadra ostica come il Bologna è davvero tanto ma i bookmakers continuano a non scommettere sul bis dei partenopei per quanto riguarda lo scudetto.
Eppure le indicazioni positive non mancano, sia dal punto di vista del gioco che dell’autostima di un gruppo che ha metabolizzato gli insegnamenti di Conte ed appare affamato come il suo tecnico. Vediamo quindi quali sono le possibilità di una doppietta tricolore e quali sono gli ostacoli, a partire dal mercato di riparazione a saldo zero, che potrebbero complicare la vita all’undici di Conte.
Con un Neres così tutto è possibile
Chi ha visto la prestazione scintillante dei partenopei nella finale di Supercoppa può cedere alla tentazione di dire che, con una rosa del genere, chiunque avrebbe potuto vincere e convincere. Basta, però, ricordare come ha iniziato questa nuova stagione il Napoli per rendersi conto di come Antonio Conte sia riuscito in un mezzo miracolo. Quel gruppo fragile, talvolta svogliato che faceva andare in bestia i tifosi partenopei sembra trasformato, quasi irriconoscibile. Le trasformazioni operate dal tecnico salentino sono arrivate poco alla volta, con scelte coraggiose e spesso impopolari che hanno consentito a questa squadra di imparare a giocare in maniera diversa e tornare a fare la voce grossa in campionato. La trasformazione dei partenopei è più evidente nel protagonista assoluto del trionfo in Arabia Saudita, quel David Neres che, a tratti, sembrava venire da un altro pianeta da quanto ha fatto impazzire i dirimpettai felsinei. Ad inizio stagione il laterale brasiliano si è fatto tanta panchina, una scelta all’apparenza incomprensibile, considerato le qualità tecniche del giocatore.

Conte era stato messo sulla graticola ed accusato di favoritismi nei confronti di Kevin de Brujne, tanto da stravolgere il gioco del suo Napoli per consentire al belga di brillare. L’infortunio dell’ex Man City ha costretto Conte a ripensare il ruolo di Neres: niente più esterno destro classico ma una posizione più centrale, dinamica, così da sfruttare i suoi cambi passo con più continuità. Lì in mezzo, le sue giocate di prima ed i suoi inserimenti puntuali hanno trasformato l’attacco del Napoli ma anche il gioco del brasiliano: non solo più accelerazioni e dribbling sulla fascia ma un mix di movimenti imprevedibili che fanno impazzire le difese avversarie. La trasformazione di Neres è la più macroscopica ma il lavoro di Conte si è fatto sentire su molti altri giocatori, fino all’apoteosi della vittoria di Riad, vista come lo zenit del nuovo Napoli contiano. Se riuscirà a trovare continuità, questa squadra se la potrà battere fino alla fine con l’Inter per portare a casa il quinto scudetto.
Quanta fame ha ancora Conte?
Anche i detrattori più severi del tecnico salentino non potranno non ammettere che il ruolo di Conte nella metamorfosi del Napoli è assolutamente cruciale. Mettendo in bacheca il secondo trofeo nello stesso anno solare, l’ex ct della Nazionale è assurto nell’empireo partenopeo, tanto da far azzardare a molti paragoni importanti con gli undici guidati da Diego Armando Maradona. Conte è riuscito a ricomporre un gruppo che si era disintegrato dopo il doloroso addio di Luciano Spalletti ma, soprattutto, gli è riuscito trasformare la rosa sotto il profilo tecnico e caratteriale. Anche in una stagione come questa, con un numero di infortuni impressionanti, il gruppo rimane compatto, resiliente e dotato di quell’autostima che solo le grandi squadre possono esprimere a lungo. Quando ha rifiutato le offerte ricevute, decidendo a sorpresa di rimanere all’ombra del Vesuvio, molti non hanno capito che Conte stava puntando a fare la storia, riuscendo nell’impresa di costruire un ciclo vincente pluriennale con lo stesso tecnico in panchina.

Alle basi di questo successo c’è anche la solidità della dirigenza, la capacità di rimanere allineati dietro ad un progetto ambizioso, un presidente che non ha mai avuto paura di investire pesantemente sulla rosa, puntando ad obiettivi sempre più grandi. A far rabbrividire le avversarie sono due fattori: la famelica fame di trofei del Napoli ed il fatto che, visti i tanti infortuni, questo Napoli non ha ancora espresso il suo calcio migliore. Dopo aver schiantato il Bologna in finale, quando capitan Di Lorenzo dice che “più vinci, più hai fame di trofei”, si tratta di un avvertimento alle rivali difficile da equivocare. L’incognita principale, paradossalmente, è proprio Conte: il tecnico pugliese non è mai rimasto più di tre anni sulla stessa panchina. Per rimanere a Napoli deve credere che questo sarà il capitolo più importante della sua carriera, l’ultimo diamante su una corona che già ora lo fa rientrare nel novero dei tecnici più vincenti di sempre. Anche in questa stagione non sono mancate le frizioni, le battute sarcastiche, le frecciatine ma il rapporto con la società e la dirigenza sembra solido. Riuscirà Conte a resistere alla tentazione di provare a reinventarsi altrove?
Mercato a saldo zero, un problema vero?
La reputazione di Conte è ormai scritta nella pietra: si sa bene che il tecnico azzurro offre solide garanzie in quanto a risultati ma è molto esigente quando si tratta di acquisti. Conte sa bene cosa servirebbe per migliorare la sua squadra e non si fa troppi problemi se questi nuovi inserimenti hanno un cartellino importante attaccato. La notizia arrivata nei giorni scorsi del parziale blocco imposto alla società campana nel cosiddetto mercato di riparazione sicuramente avrà fatto andare il panettone di traverso all’ex allenatore dell’Inter. La società del presidente Aurelio de Laurentiis potrà operare sul mercato ma solo se il risultato finale è a saldo zero: ogni nuovo acquisto dovrà essere finanziato al 100% da cessioni per un ammontare equivalente.

La Commissione indipendente che sorveglia il rispetto del fair play finanziario delle squadre di Serie A ha, infatti, imposto il blocco parziale a Napoli e Pisa, che hanno superato i parametri relativi al costo del lavoro allargato. Se la Lazio potrà operare liberamente, il Como ha deciso di sistemare una situazione complicata con un aumento di capitale da parte della proprietà indonesiana, la situazione non è semplice per il Napoli. Se non si rientrerà al più presto nei parametri previsti, un blocco a giugno sarebbe quasi inevitabile. La dirigenza partenopea ha sicuramente l’esperienza e la capacità di riuscire a trovare il modo di rafforzare la rosa e rispondere agli infortuni senza peggiorare la situazione ma non sarà sicuramente una passeggiata di salute.
Pochi acquisti mirati, parecchie cessioni
I tanti infortuni hanno complicato parecchio la vita a Conte, che si ritrova con l’infermeria piena e poche scelte nelle posizioni chiave ma il passaggio al 3-4-3 ha rivoluzionato le strategie di mercato dei partenopei. Invece di puntare su rinforzi sulla mediana come Frendrup o Mainoo del Man United, i 50 milioni circa a disposizione di Conte potrebbero essere destinati ad un esterno offensivo. Visto il ritorno di Lobotka, le buone prove di Elmas ed il prossimo ritorno di Gilmour ed Anguissa, Conte avrebbe bisogno di coprire il buco lasciato a destra dallo spostamento al centro di Neres. Con Lang ancora incostante e Politano che gioca più indietro, l’inserimento di un attaccante esterno sarebbe fondamentale nella seconda parte della stagione.

Se un’alternativa a Di Lorenzo sarebbe gradita, la necessità di fare cassa costringerà la società a cessioni importanti e numerose. Se i giovani Vergara e Ambrosino si faranno esperienza altrove ma solo in prestito secco, la situazione di Marianucci è più complessa. L’ex Empoli ha fatto flop contro il Milan ma rimane un prospetto importante: anche se il Torino vorrebbe acquistarlo a titolo definitivo, difficile che il Napoli se lo lasci sfuggire.
Molto più probabili gli addii di Mazzocchi e di Lucca, che non hanno convinto Conte e potrebbero fornire i capitali per i nuovi arrivi. Basterà ad evitare che Conte storca la bocca e rovini l’atmosfera splendida che circonda il suo Napoli? Lo scopriremo nei prossimi giorni.