da Milano
Le scorte petrolifere americane contribuiscono a surriscaldare ulteriormente i prezzi del greggio, schizzati ieri a New York al nuovo massimo storico di 94,53 dollari il barile, mentre a Londra il Brent è salito fino al record assoluto di 90,74 dollari. Gli stock Usa sono risultati in calo per la seconda settimana consecutiva, evidenziando una flessione di 312,7 milioni di barili per il greggio e di 800mila barili per i distillati (che comprendono anche il gasolio da riscaldamento). Un dato, questultimo, considerato preoccupante in vista della stagione invernale, ma che riflette anche la riluttanza da parte delle raffinerie a mantenere scorte di barili a causa dellalto costo del greggio e dei bassi margini di profitto.
La situazione sul versante delle quotazioni petrolifere non sembra destinata a migliorare. LOpec continua, intanto, a ripetere che a soffiare sui prezzi è la speculazione, valutazione che trova daccordo anche il presidente dei petrolieri italiani, Pasquale De Vita: «Possiamo stimare che il peso della speculazione si aggiri sui 20-25 dollari al barile».
Il calo delle scorte americane spinge il petrolio oltre quota 94
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