Calopresti sprofonda nel narcisismo Che noia il suo ritratto di celluloide

Conduttore di reality nell’Abbuffata, Stefano Della Casa - animatore del programma di Radiotre, Hollywood Party - è il più brillante apporto della Piemonte Film Commission, da lui stesso presieduta, a questo film dell’immigrato calabrese a Torino Mimmo Calopresti. L'abbuffata - direte allora - si svolge in Piemonte.
Invece no, si svolge a Diamante, Calabria, dove nacque Calopresti, e a Roma ed è forse per questo che la Festa del cinema l’ha dunque accolto, fuori concorso, in ottobre. In maggio il Festival di Cannes e in settembre la Mostra di Venezia l’avevano lasciato fuori. Comprensibilmente.
L'abbuffata è un inno di Calopresti a se stesso. Recita anche, nel ruolo di regista - che fantasia - seduttore, con l’intento forse di far capire che lui è l’opposto del suo personaggio. Fra giovani calabresi che sognano di fare un film perché ne hanno visti tanti, s’addensano moleste citazioni cinefiliche. Evocata pure l’unione (già reale) di Calopresti con Valeria Bruni Tedeschi; anche lei, qui, fa se stessa. Anche Gérard Depardieu fa se stesso, voracità inclusa (vedi il titolo).

Un noto programma tv, in cui arriva un noto politico, lo stroncherà. Diego Abatantuono, pugliese di Cologno Monzese, interpreta un regista calabrese in crisi.

L’ABBUFFATA di e con Mimmo Calopresti (Italia, 2007), con Valeria Bruni Tedeschi, Gérard Depardieu, 102 minuti

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