Campi rom, la Provincia accetta il trasloco

Sabrina Cottone

L’intesa tra Letizia Moratti e Filippo Penati corre sui campi rom. La Provincia ha garantito pieno assenso al piano di Palazzo Marino che prevede minivillaggi da cento, centocinquanta persone sul territorio del Comune e dell’hinterland per ospitare i nomadi regolari, purché le nuove strutture sorgano contemporaneamente all’espulsione degli irregolari. Entro il 30 settembre arriveranno i risultati del censimento e allora la prefettura dovrà pronunciarsi sulla possibilità di mettere a disposizione le forze necessarie. Nel progetto, la nascita di nuovi campi nell’hinterland (e probabilmente anche a Milano), tutti in regola con le esigenze igienico-sanitarie ma anche di legalità. Nei centri saranno presenti operatori della Caritas e del terzo settore, oltre che aree gioco per i bambini (che dovranno frequentare le scuole) e di svago per gli adulti.
Ma il presupposto è l’intervento delle forze dell’ordine per garantire il rispetto della legge e l’allontanamento degli irregolari. Mariolina Moioli, assessore alle Politiche sociali, sottolinea la posizione del Comune: «Il sociale non si muove senza una situazione di legalità. I due interventi devono avvenire contemporaneamente. L’accordo prevede che i bambini vadano a scuola e garantisce il miglioramento delle condizioni igienico sanitarie. Ma serve l’impegno di tutte le istituzioni. L’accordo siglato con la Provincia è fondamentale perché Milano non può ospitare tutti i nomadi».
Francesca Corso, assessore provinciale ai Diritti del cittadino dei comunisti italiani, esprime «piena sintonia con la Moioli nella creazione di strutture che leghino sicurezza e servizi sociali». Spiega la Corso: «Servono patti molto chiari tra legalità e integrazione. Non può essere solo Milano a ospitare i rom, è necessario che anche i comuni dell’hinterland facciano la loro parte». In concreto, «a Cologno abbiamo già il progetto del villaggio solidale e cercheremo di portarlo avanti nonostante le contestazioni dei cittadini». Inoltre, aggiunge la Corso, sono in previsione «nuove strutture sul modello di Cologno sul territorio provinciale e anche su quello del Comune». I comuni nei quali la densità abitativa è più alta e che quindi saranno più direttamente coinvolti nel dialogo con Provincia e Comune sono Rozzano, Cinisello e Sesto Giovanni.
Il vicesindaco e assessore alla Sicurezza, Riccardo De Corato, chiede che il governo prenda posizione: «Abbiamo raggiunto un accordo con provincia e volontariato, adesso aspettiamo che anche la prefettura dica di sì e metta a disposizione la quantità di forze dell’ordine necessaria. Non si possono certo mandare allo sbaraglio gli operatori della Caritas».
Il piano partirà da Triboniano, che il comandante dei vigili, Emiliano Bezzon, durante l’audizione di ieri in commissione Sicurezza ha definito «in una situazione di criticità ben oltre i limiti».

Provincia e Comune sono d’accordo, adesso manca il via libera della prefettura e quindi del governo, che dovrà dire se è disponibile a mettere a disposizione le forze dell’ordine e le strutture necessarie a garantire l’assistenza sociale ma anche le espulsioni.

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