Una vita passata a combattere. Prima come atleta e poi come jihadista. E' questa la storia di Chamsulvara Chamsulvarayev, campione di lotta libera che, stando a quanto fatto conoscere dai servizi segreti britannici, è stato ucciso venerdì in un attacco aereo a Mosul, mentre militava tra le fila dell'Isis.
Chamsulvarayev nacque il 6 settembre del 1984 in Daguestan, una regione musulmana della Russia. A 20 anni ottenne la cittadinanza azera e proprio con la divisa dell'Azerbaijan divenne un atleta di fama mondiale. Nel 2007 conquistò il bronzo sia negli europei che nei mondiali di lotta nella categoria dei 74 chili, nel 2008 di nuovo una medaglia di bronzo agli europei e la partecipazione alle Olimpiadi di Pechino. Ma la carriera dello sportivo azero era solo all'inizio, nel 2009 infatti iniziarono ad arrivare i successi importanti come la medaglia d'argento ai mondiali e l'oro agli europei. La storia sportiva dell'atleta azero sembrava essere all'apice ma nel 2014 la scelta radicale. Addio allo sport e alla vita per sposare la causa del sedicente Stato Islamico.
Il campione abbandonò l'Azerbaijan e divenne uno delle centinaia di foreign fighters che dal Caucaso hanno preso la via del Califatto e si sono arruolati tra le fila di Al Baghdadi.
Due anni insieme ai miliziani dell'Isis e stando a quanto divulgato dall'agenzia Infobae, l'atleta azero era accusato di aver reclutato delle bambine per arruolarle tra i ribelli dell'esercito islamista e inoltre i media iracheni sostengono che Chamsulvarayev fosse coinvolto anche nel sequestro di Diana Ramazanova, l'adolescente russa che a 18 anni e incinta, si è fatta esplodere a Istanbul fuori da una stazione di polizia nel gennaio 2015.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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