Il cantante aveva sottoscritto un codice etico aziendale

RomaVolendo la Rai può decurtare il compenso di Adriano Celentano per l’esibizione con insulti al Festival di Sanremo. Può farlo il Comitato etico attivato dal dg Lorenza Lei dopo il consiglio di amministrazione Rai, quasi tutto incentrato sul caso Celentano. Il Molleggiato, come tutti i collaboratori anche occasionali della Rai, ha sottoscritto il Codice etico dell’azienda, cioè il documento (approvato all’unanimità dal Cda) che «rappresenta i valori in cui il Gruppo si riconosce e che applica nell’esercizio della sua attività». Il comitato che dovrà valutare settimana prossima se Celentano lo ha violato è composto da tre dirigenti Rai: il vicedirettore generale Antonio Marano, il capo del legale Salvatore Lo Giudice e il direttore delle risorse umane Luciano Flussi. In consiglio si ragionerà per esaminare le valutazioni del Comitato etico, e nel caso decidere quali sanzioni applicare a Celentano, posto che il Codice dice testualmente che «la violazione può costituire inadempimento degli obblighi contrattuali, con ogni conseguenza di legge, anche in ordine alla risoluzione del contratto e può comportare il risarcimento dei danni derivanti dalla stessa».
Dunque la Rai, in caso di esito positivo del Comitato etico, potrà chiedere i danni a Celentano, o appunto rivedere, ovviamente al ribasso, il compenso pattuito (700mila euro per due serate). E a leggere il Codice etico della Rai restano pochi dubbi che il «deficiente» dato da Celentano al critico tv del Corriere e il giudizio durissimo sui giornali cattolici («ipocriti, vanno chiusi») abbiano violato quantomeno la parte sui «principi etici generali» («Tutte le attività della Rai devono rispettare i principi di onestà e osservanza della legge, professionalità, imparzialità, correttezza, diligenza, lealtà etc...»).
Sembra però che l’orientamento di alcuni consiglieri punti più a punire il direttore di Raiuno Mauro Mazza (area centrodestra) piuttosto che Celentano (dall’opposizione nel Cda si è avanzata l’ipotesi di una rimozione). E infatti molte critiche fatte in consiglio alla gestione di Sanremo hanno toccato la direzione della Rete, considerata troppo carente e nelle mani di Lucio Presta (manager di Celentano) e del direttore artistico Mazzi rispetto alle scelte sul Festival. Le nudità di Belen e della spalla di Morandi, Ivana; le critiche alla Consulta; il caos sul voto elettronico. Mazza si è difeso con una lettera, che non ha soddisfatto a pieno il Cda, mentre la Lei si è riservata di riflettere ancora sul caso, nella duplice veste Celentano-Mazza.
In effetti Raiuno è al centro delle discussioni dei vertici di Viale Mazzini. Anche ieri si è parlato dei recenti flop della rete, che funziona con i grandi eventi affidati a macchine già rodate (la Ballandi che produce il Fiorello del Più grande spettacolo dopo il weekend, o Sanremo che malgrado i problemi ha sbancato l’Auditel), ma che fatica col palinsesto normale.

Uno dei problemi, segnalato da alcuni consiglieri, è che i vecchi capistruttura di Raiuno, grandi professionisti, sono andati in pensione e non sono stati sostituiti da leve cresciute in azienda, poiché l’azienda appalta all’esterno sempre più produzioni. I flop di Raiuno, gli insulti di Celentano e i provvedimenti da prendere... Ne ha da riflettere Lorenza Lei.

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