Partiamo dai numeri: ogni circoscrizione elargisce per le attività ludico ricreative una cifra che varia tra i 240mila e i 130mila euro, a seconda del bilancio. Moltiplicato per nove, quanti sono i parlamentini in città, vuol dire una spesa media di 1-2 milioni di euro. All’anno, s’intende. Soldi pubblici, chiaramente. Ora andiamo ai contenuti, ovvero a vedere chi sono le associazioni che usufruiscono di questi fondi e per fare cosa. Ecco alcuni esempi di come sono stati spesi i soldi dei milanesi nella zona 3, quella di Città Studi per intendersi: 8mila e 500 euro per uno stage di bastoni, corsi di kick-boxing e di difesa femminile promossi da un’associazione onlus. La stessa che fino a qualche anno fa, di euro ne prendeva 12mila all’anno e che nel 2009, tra le iniziative promosse dal parlamentino, ha organizzato una giornata di «dimostrazione di volo e didattica del falco». Oppure i mille euro dati per fare un torneo di bocce, altrettanti per pubblicare un’allegoria della Genesi in siciliano e gli stessi per un concerto di canzoni in dialetto napoletano. E ancora un’altra manciata di centinaia di euro per le sfilate dei cani bastardini che - dicono i più informati - ora non ricevono più finanziamenti. «Per non parlare dei mille euro dati per il concerto in ricordo di Sergio Ramelli, oltre al patrocinio del Comune - spiegano dal consiglio -. Ma quella è un’associazione del Lazio. Milano cosa c’entra? Perché dobbiamo pagarla noi?». Ancora: il rave al Parco Lambro finito sulle cronache cittadine l’anno scorso per disturbo della quiete pubblica e l’ira degli abitanti. «Ce l’avevano presentato come un concerto di musica elettronica. Per farlo gli abbiamo dato un migliaio di euro», ricordano i politici.
«Quello che ho vissuto in questi quattro anni è che le associazioni vengono a chiedere soldi e le circoscrizioni si trasformano in un bancomat. I soldi vengono ripartiti tra le varie commissioni in base al loro peso politico: è un sistema clientelare, si guarda quanti voti può portare un’iniziativa invece di vedere cos’è e cosa fa. È risaputo che ogni associazione è legata a un consigliere o a un presidente di zona». Fino a settembre 2009, Massimiliano Rositano dell’Udc era il presidente della commissione sport in zona 3. Giura che durante il suo mandato gli eventi che promuoveva erano per richiamare la presenza dei cittadini e coinvolgevano tutte le associazioni sportive, anziché singole società. «La maggioranza mi ha sfiduciato perché non davo soldi a quelle legate ai consiglieri» dice Rositano che ora insieme al collega della Lega, Andrea Ancona ha proposto di rendere pubblici i finanziamenti della zona alle varie associazioni. Per cercare una riappacificazione con il territorio e per promuovere un’operazione trasparenza, convinti che i cittadini abbiano il diritto di sapere come si spendono i loro soldi. L’intenzione c’era. L’accordo con i colleghi un po’ meno, nel senso che, a parte il parere favorevole di Lega, Udc, Pd e Rifondazione, gli altri schieramenti hanno bocciato l’urgenza della mozione. «Se viene accolta, vuol dire che se ne discute al secondo punto dell’ordine del giorno. Altrimenti il presidente ha un mese di tempo per decidere se metterla in programma oppure insabbiarla». Loro, in zona 3 di euro all’anno ne prendono 247mila euro che vengono prima ripartiti alle varie commissioni e quindi distribuiti per la promozione delle attività. «Ma anche questa è un’altra forma clientelare, perché dovrebbero essere suddivisi in base ai programmi e alle iniziative delle associazioni». Ce ne sono alcune che non vengono mai prese in considerazione, altre invece che si ripresentano tutti gli anni, sono sempre le stesse e fanno il giro anche nella altre zone, assicurandosi magari un finanziamento da 36mila euro. «Abbiamo una proposta per il sindaco - dicono Ancona e Rositano -: noi rinunciamo ai 247mila euro purché ci siano più deleghe».
L’ultimo esempio di un meccanismo che non funziona, ricordano i politici, è accaduto proprio qualche settimana fa quando la commissione ambiente ha presentato la propria programmazione. Alla fine della seduta, il verdetto del consiglio è stato negativo. «C’era un torneo di bocce da finanziare con duemila euro.
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