Caos Udc, i milanesi si ribellano a Casini: "Voteremo Podestà"

Ballottaggio alla Provincia. Da Roma il diktat d’incontrare oggi i due candidati Il segretario cittadino si rifiuta. Appello del Pdl

Scoppia il caos nell’Udc. Il ballottaggio si avvicina e da Roma il partito cerca di far pesare il suo tre per cento dei voti, anche andando contro la pancia milanese, che a Milano è tradizionalmente legata al centrodestra. «Voteremo Podestà» proclama in diretta su radio Lombardia il coordinatore cittadino, Luca Ruffino. Ma a cercare di imporre la linea è il segretario nazionale dell’Udc, Lorenzo Cesa: «Incontreremo nelle prossime ore i candidati di Pdl e Lega, Guido Podestà, e del Pd, Filippo Penati, e poi decideremo». Partono gli appelli dei candidati. Podestà mostra quasi incredulità: «I valori dell’Udc sono i nostri valori. Qual è la ragione per cui pensano di essere equidistanti?». Penati si inserisce, attacca la Lega e trascina nell’arena politica persino l’arcivescovo Tettamanzi: «Gli elettori decideranno sulla base dei programmi. Ma chi vota Podestà contribuisce a far diventare presidente della Provincia Matteo Salvini, nemico del cardinale». Gli appuntamenti sono già fissati per oggi: a mezzogiorno con Guido Podestà, alle tre con Filippo Penati.

Un attendismo maturato durante un incontro a Roma, mercoledì scorso, tra Cesa, Pierferdinando Casini e il candidato alla Provincia, Enrico Marcora. «Ogni altra posizione è a titolo personale» sottolinea Cesa. Ma Ruffino per protesta non parteciperà all’incontro con Penati: «Daremo indicazioni di voto per Guido Podestà. Penati ha governato la Provincia di Milano per cinquantotto sessantesimi con l’estrema sinistra. Riteniamo quindi assolutamente incompatibile appoggiarlo». Insomma, l’Udc milanese è molto infastidita dalle pressioni romane a avrebbe preferito una discesa in campo chiara per Guido Podestà, a fianco di Pdl e Lega, con cui gli assessori dell’Udc sono da tempo al governo sia in Comune che in Regione. Sono giornate di grande tensione. Alla direzione regionale di mercoledì sera tutti si sono espressi a favore del centrodestra di Podestà. Assente però il candidato, Enrico Marcora, voluto da Casini, che però ha già incontrato in via riservata Podestà. Per il momento però Marcora esclude apparentamenti e non dà indicazioni di voto: «Resto indipendente, i miei elettori sono cittadini maturi e sapranno scegliere il candidato che saprà meglio interpretare i nostri valori e i nostri programmi. ma dopo gli incontri con Podestà e Penati, potremo anche cambiare il nostro orientamento». Baruffi conferma: «Non abbiamo deciso di sostenere Podestà». È però chiaro che anche il segretario regionale, per tradizione politica consolidata, propende per l’alleanza con Pdl e Lega. Marcora si presenterà agli incontri di oggi con richieste programmatiche ma anche con un elenco di nomi. Ha anche in mente qualche personaggio che vorrebbe nella giunta provinciale: «Penso a nomi di persone capaci, responsabili e libere. E credo che la borghesia milanese abbia un grande patrimonio di persone con queste caratteristiche. Alla Cultura Salvatore Carrubba, al Welfare don Gino Rigoldi». Per Marcora rumors del Pdl parlano di trattive per un ruolo di vicepresidente del consiglio provinciale.

Podestà è apertissimo sui programmi ma esclude ingressi in squadra: «Abbiamo moltissimi motivi per considerarci più che vicini, per le responsabilità di governo condivise in Comune e in Regione, perché siamo entrambi nel Partito popolare europeo e anche perché sono l’unico a essermi occupato in campagna elettorale di giovani e disabilità, temi che a loro stanno molto a cuore. Certo non ci facciamo indicare da altri le persone da mettere in giunta».  

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