Cara bambolina, Cicciolino ha deciso di venire a gennaio

25-12-1945

Cara bambolina:
oggi è Natale, e noi siamo lontani. È lontana la mia bambolina cui vorrei contare tante belle storie, con fate e maghi e castelli incantati: è così brutto non aver nessuno cui contare le belle fiabe; nessuno da stringere vicino vicino. Ma questa sarà l’ultima volta: poi saremo sempre insieme, vedrai. La vita è lunga, ed ogni giorno può essere Natale, una dolce festa tiepida e serena.
Tu sei la mia casina, i miei muri bianchi, il «caldino» che ci fa vivere nel freddo: sei il mio miracoloso Natale, con l’albero pieno di candeline, e con il presepio illuminato. Io ho messo la scarpina, e il Bambino Gesù ha portato una bambina piccolina piccolina.
Mia cara, come si fa a vivere senza Natale? Proprio non si può. È così brutto. Per cui Cicciolino ha deciso di venire senz’altro ai primi di gennaio, cioè, spero, il 5. Le prenotazioni si aprono il 28, e farò di tutto per averla. È contenta bambina? Passeremo l’Epifania insieme. Ma per venire su? A giorni andrò da Altichieri, da Rizzoli e da Castelli, e vedrò se dovresti star male qui.
Per me la più grande gioia è averti con me (sto male solo), ma non voglio saperti inutilmente disagiata, ed in pericolo di ammalarti.

Vivrei in continuo rimorso. Comunque spero che il lavoro sia imminente. Venendo giù porterò il lavoro a Guanda. Intanto brigherò anche qui, ma le mie massime speranze sono in Mondadori. Ti bacio e abbraccio
tuo Giorgio

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