Il cardinale non perdona la banda della Uno bianca

BolognaLo stesso dolore, lo stesso gelo a ricordare 20 anni dopo la strage dei tre carabinieri al pilastro del 4 gennaio 91, uccisi dalla banda della Uno Bianca.
«Chi ha ucciso deve accettare la punizione, senza sconti, come vera e propria espiazione non solo davanti agli uomini ma anche davanti a Dio». È il passaggio più netto dell’omelia dell’arcivescovo di Bologna Carlo Caffarra che ieri alle 11 ha celebrato la messa per il ventennale della strage del Pilastro, rione alla periferia di Bologna dove il 4 gennaio 1991 la banda della Uno bianca (24 morti e un centinaio di feriti tra Bologna, la Romagna e le Marche) uccise i carabinieri Andrea Moneta, Mauro Mitilini e Otello Stefanini. T ra i banchi, le massime autorità civili e militari di Bologna e i rappresentanti dell’associazione «Vittime della Uno Bianca».
Presenti inoltre familiari di tutte e tre le vittime: la madre di Stefanini, Anna Maria, accompagnata dal nipote Matteo, il padre di Mitilini, Gennaro, con la figlia Giovanna, la sorella di Moneta, Alessandra, accompagnata dal marito Giorgio.
Parole forti quelle dell’arcivescovo di Bologna, che hanno colpito anche la presidente dell’associazione dei parenti delle vittime Rosanna Zecchi. «Ha fatto un’omelia bellissima, sono stata d’accordo dall’inizio alla fine. Mi è piaciuta molto, mi ha commosso». E ha aggiunto: «Effettivamente è stata la prima volta che ho sentito parole così».
Molto commossa la mamma di Stefanini che ha ribadito il «no» al perdono auspicando «la pena certa, perchè io sono contro la pena di morte». Nell’omelia Caffarra ha inoltre ricordato che nella vicina via Casini 20 anni fa «è avvenuto lo scontro fra chi ha praticato la giustizia e chi ha commesso la più efferata delle iniquità, l’omicidio di innocenti. È avvenuto lo scontro fra chi consente, difendendo la legge, di praticare la giustizia e chi introduce nel tessuto civile il seme dell’odio». Così, confermando una tradizione che si rinnova da molti anni, anche ieri l’Arcivescovo di Bologna Cardinale Carlo Caffarra ha trascorso la mattinata sul Colle del Rizzoli, accolto dal direttore generale dell’Istituto Giovanni Baldi e dal direttore scientifico Francesco Antonio Manzoli. Ma quando ha parlato durante la messa nella Chiesa di San Michele in Bosco, ha stupito tutti con la sue parole.


Dopo la santa messa nella chiesa di Santa Caterina, celebrata dal cardinale, una corona di alloro è stata deposta davanti al cippo di via Casini che ricorda Mauro Mitilini, Otello Stefanini e Andrea Moneta, i tre carabinieri poco più che ventenni trucidati durante un normale servizio di perlustrazione in uno dei quartieri più caldi della città.
I tre fratelli Savi (tra cui Fabio, l'unico della Uno Bianca a non vestire la divisa di poliziotto, in quanto faceva il camionista) per i vari crimini attribuiti alla banda sono stati condannati all’ergastolo.

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