«Lavorare insieme per un maggiore sviluppo locale che contribuisca alla diffusione del benessere, alla riduzione e alla prevenzione delle sofferenze sociali e alla crescita del progresso civile e culturale». È questo il filo conduttore che lega le modalità operative della Fondazione Carige, dove «gli stanziamenti equivalgono a investimenti sociali». Ed è all'interno di quest'ottica che si inserisce l'iniziativa Camminiamo insieme nata per proteggere famiglie numerose appartenenti a fasce sociali deboli. Il progetto, datato 4 dicembre 2008, continua (la Fondazione Carige per il 2010 ha stanziato altri 500mila euro) a percorrere insieme alla Caritas Diocesana di Genova, la strada del recupero e del miglioramento, non solo economico, ma anche morale di genitori in difficoltà, di ragazze madri e ragazzi padre, nonni e nipoti. Poco importa la nazionalità di provenienza, così come la religione professata, ma lo stato di disagio economico, che può colpire un nucleo familiare e rendere la vita, in attesa che le cose cambino, un vero e proprio dramma. Una risposta economica e morale al bisogno della famiglia, che parte da un presupposto essenziale: l'esistenza della famiglia stessa. Un'ancora di salvezza dunque, per quanti decidono di chiedere aiuto, accettando di essere guidati da volontari solidali: «adottanti relazionali».
L'accompagnamento dei nuclei svantaggiati, è svolta infatti da altre famiglie, gruppi o individui che si impegnano in un percorso di vita condiviso e ampiamente partecipato. Ma è in una logica di rete che si muove l'intero progetto, dove la Caritas diocesana di Genova lavora accanto alle Caritas diocesane di Chiavari, Albenga-Imperia, Ventimiglia-Sanremo; alla Fondazione Auxilium; alla Famiglia Vincenziana; alla Fondazione Antiusura Santa Maria del Soccorso (Fau) e alla Commissione Emergenze Famiglia (Cef); ai Distretti sociali e ai Centri di Aiuto di Genova e Imperia; al Forum Ligure delle Associazioni Famigliari; e alle associazioni: Aiuto Famiglia, Famiglie Numerose, Famiglie per l'Accoglienza. Aderiscono al progetto anche la Fondazione Tollot e la Fondazione comunitaria della Riviera dei Fiori Onlus. «Siamo molto grati alla Fondazione Carige - spiega Franco Catani, condirettore della Caritas diocesana di Genova - perché ha seguito e creduto molto nel nostro progetto, costituendo un comitato di regia che allarga il discorso ad altri soggetti. Perché Camminiamo insieme è fatto insieme alla persona, e non costruito sulla persona, che il tempo la restituisce a una dignitosa autonomia. Chi si rivolgerà a noi, verrà aiutato, e dove noi non arriviamo, cercherà di arrivarci qualche altro ente coinvolto». E in realtà le richieste di aiuto dalla fine del 2008 fino a oggi sono tante: il numero progressivo delle domande arrivate in via Canneto il Lungo 21/1A (sede della Caritas) segna 433. «È importante che si sappia - chiarisce Monica Boccardo responsabile del progetto - che il primo passaggio è quello di rivolgersi al centro di ascolto, o all'assistente sociale della propria zona. L'operatore farà un colloquio di conoscenza, e se deciderà di servirsi del Camminiamo insieme, presenterà una domanda. Una commissione deciderà quale contributo stanziare. Se ci sono i requisiti, la domanda non torna indietro».
Ma quali sono i motivi che possono spingere a fare appello al Camminiamo insieme?: un disagio economico legato a rate di un mutuo o di affitto che restano indietro; delle spese mediche; rette scolastiche; tasse automobilistiche necessarie per poter lavorare. «Chiaro è - continua Boccardo - che noi interveniamo per poter tamponare situazioni di emergenze. Cerchiamo di esserci, così come per quella ragazza madre che ha vissuto in comunità tutta una vita: con due bambini, uno in affido e l'altro in comunità, dopo un percorso di terapia e mesi di formazione professionale, oggi cerca casa per sé e i suoi bambini. Sarà in grado di garantirsi un affitto, ma adesso ha bisogno di pagare mensilità anticipate e tutte le spese per l'allaccio delle utenze. Le pagheremo noi». Ma non è l'unico caso che fa bene al cuore.
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