In camera sua, il plurilaureato e studioso darte Marcello scrive al computer e scherza con un signore coi baffi, il volontario. Sul grande tavolo della sala, Maria, la «nonna» del gruppo, fa colazione, mentre loperatrice riordina gli scaffali. «È una casa normale, con un po di confusione, come tutte la case» racconta Silvia entrando dalla porta che ha la serratura più bassa del normale. Come più bassi sono mobili e pensili, perché nella «Casa famiglia» (questo il suo nome) non ci devono essere barriere. La Uildm (Unione italiana lotta alla distrofia muscolare) lha costruita «per ospitare persone disabili che hanno bisogno di assistenza e cure adeguate». E ora rivolge un appello ai genovesi: «Volontari, fatevi avanti».
I sei inquilini, qui, vivono senza lottare con scalini, lavandini irraggiungibili o bagni stretti. Lavorano tutti, con orari e in luoghi diversi. «Operatrici e volontari sono importantissimi per noi» racconta una signora che vive nella Casa famiglia. Non servono doti particolari. «I volontari si dividono di solito fra turni di tre ore: cè chi stira, chi va a fare la spesa o cucina, chi si sente di aiutarci a muoverci nella casa. Se vogliono, possono anche dormire qui facendo il turno notte. Ma ognuno, ripeto, fa quel che si sente». Cè chi si è appassionato, come Federico che ha creato un sito internet (www.noivolontari.it) attraverso il quale si possono addirittura organizzare i turni nella Casa. Destate la Uildm organizza un soggiorno a Bordighera di due settimane. «In quel caso i volontari arrivano da tutta Italia - racconta ancora linquilina- Per tutti è un momento bellissimo».
La Casa famiglia è in viale Brigare Partigiane 14/2, di fronte allAci, come la Uildm (più di 300 soci, tra i quali familiari e amici dei 150 liguri con la distrofia muscolare) che lha creata per far vivere autonomamente le persone con la distrofia muscolare.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.