Roma - "Non ci si può chiederci di annetterci. Sarebbe poco dignitoso: un polo liberale non può nascere con richieste di annessione". Il leader dell’Udc Pier Ferdinando Casini, ospite del Tg1, risponde così a Silvio Berlusconi che ha chiesto al suo partito di rinunciare al simbolo e presentarsi nel Pdl. L’Udc insomma, riconosce la premiership di Silvio Berlusconi e su questa base chiede di fare un patto con il Popolo della libertà senza però rinunciare al proprio simbolo. "Vogliamo fare un patto chiaro e limpido - ha detto Casini - un patto che riconosce la premiership di Silvio Berlusconi per cui toglie dal tavolo dei finti argomenti ma anche che rispetta la nostra storia e la nostra identità: quel simbolo per noi ha tanto valore perché sono le nostre radici e perché è il segno della nostra coerenza".
"Vogliamo correre con le nostre insegne" "Non chiediamo posti in un listone che andrà da Mastella alla Mussolini a Fini - prosegue Casini - noi non chiediamo nulla ma di poter correre con le nostre insegne come fa la Lega. Credo che la disputa sia incomprensibile: i moderati ci vogliono uniti, noi siamo disponibili a unirci ma non ci si può chiedere di annetterci perché è poco dignitoso".
"Aborto, sto con Ferrara" Sulla moratoria sull’aborto "sto con Ferrara. Quel tema sarà un nostro impegno programmatico in Parlamento", ha aggiunto Casini dopo aver detto che "la Chiesa non parteggia per nessun partito", ma fa bene "a sottolineare la necessità di difendere alcuni valori".
"Se correrò da solo difenderò l'identità cristiana" Se l’Udc correrà da solo porrà al centro della propria campagna elettorale la difesa "dell’identità cristiana dell’Italia".
Qualora non andasse in porto l’accordo con Berlusconi, ha chiesto l’intervistatore, e lo stesso Casini corresse come premier, che tipo di campagna elettorale farebbe? "Guardi - ha replicato Casini - farò un campagna all’insegna di tre temi: innanzi tutto la difesa dell’identità cristiana dell’Italia; in secondo luogo la modernizzazione, per esempio sull’energia nucleare perchè non è possibile che oggi l’Italia importi l’85% della propria energia; e in terzo luogo il merito, soprattutto in riferimento ai ceti più deboli, perchè le persone più deboli possono salire solo se si riconosce il merito di ciascuno".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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