Marianna Bartoccelli
da Roma
«Il Paese è spaccato a metà, come quando si taglia una mela e non si sa quale delle due parti sia maggioritaria. Credo che nelle ultime ore sarà decisivo quello che faranno i nostri elettori». Pier Ferdinando Casini è ormai calato nella parte di leader di partito in piena campagna elettorale e non si ferma un attimo. «Sino a poco tempo fa ero arbitro, adesso faccio il giocatore e scendo in campo», ripete nei suoi vari incontri. E così tra un programma radiofonico, un faccia a faccia televisivo, un saluto al congresso del Ppe europeo, porta avanti la bandiera dei moderati della Cdl di cui si ritiene il principale depositario. «Sono presidente dell'Internazionale democristiana: in tutto il mondo ci sono due poli, la sinistra socialista e il centro moderato popolare - argomenta -. Non si può fare il centro in condominio con la sinistra, con Caruso, Luxuria, Bertinotti, Diliberto. Il centro è dalla nostra parte, il centro ci può essere nella politica italiana e c'è nellUdc, ma alternativo alla sinistra».
E polemizza con il suo diretto avversario della Margherita, Francesco Rutelli: «Il centro che nasce dalla sintesi di Margherita e Udc è una sciocchezza. Forse ne parla Rutelli, perché spera di prendere, abbindolare, i voti dei moderati». Partecipa al congresso del Partito popolare europeo che si svolge a Roma e definisce la politica europea dei moderati: «Dobbiamo dare all'Europa un'anima - afferma laciando anche un appello alla platea dei delegati popolari: «In Italia abbiamo una campagna elettorale che non è solo uno scontro tra due leader diversi ma uno scontro tra sistemi di valori diversi. Noi difendiamo l'identità cristiana perché dobbiamo avere ben chiaro chi siamo e da dove veniamo». Trova anche il modo di rispondere allattaco di Alessandra Mussolini sulla candidatura degli inquisiti: «Cuffaro (il governatore della Sicilia, candidato e sottoposto a un processo per mafia, ndr) è una persona per bene e mi sono preso questa responsabilità. Non ho avuto nessun dubbio a candidarlo». Diversamente di quanto ha fatto per altri possibili candidati sotto inchiesta.
Durante la sua maratona di giornata non tralascia di polemizzare con il premier, come conviene in una campagna elettorale con il proporzionale: «Tra me e il presidente del Consiglio non c'è nulla, c'è rispetto, perché io lavoro per far vincere i moderati. È Berlusconi che deve spiegare agli italiani perché polemizza con gli alleati. Io non polemizzo con Berlusconi, polemizzo con Prodi». Ma il motivo della polemica ieri si è focalizzato sulla manifestazione finale della Cdl, annunciata dal premier per il giorno 7 a Napoli. Stessa ora e stesso luogo della programmata manifestazione dellUdc. «Non so nulla di una manifestazione unitaria per il giorno 7. So soltanto che io sarò a Napoli», afferma in un primo momento Casini.
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