Caso Fitto, crollano le accuse più gravi

BariRinviato a giudizio per corruzione e illecito finanziamento ai partiti, prosciolto dalle accuse di associazione a delinquere, falso e concussione: così si è conclusa l’udienza preliminare per il ministro degli Affari regionali Raffaele Fitto, finito otto anni fa al centro di indagini sulla gestione della sanità pugliese per episodi relativi al periodo in cui era presidente della Regione Puglia. In quell’inchiesta fiume, raccolta in 163 faldoni e corredata da migliaia di intercettazioni telefoniche, i pm ipotizzavano il coinvolgimento dell’ex governatore in un’organizzazione finalizzata ad assicurare alla società barese La Fiorita le concessioni di servizi da parte di enti pubblici e Asl. Ma tutte queste accuse sono cadute in aula nel corso di una lunga udienza preliminare andata avanti per mesi dinnanzi al giudice Rosa Calia Di Pinto. E il ministro non nasconde la propria soddisfazione: «La sentenza del gup di Bari - sostiene - rende finalmente giustizia e fa crollare completamente l’originario impianto accusatorio nei miei confronti, che oggi si conferma essere stato fin dall’inizio puramente persecutorio». «Il gup ha dichiarato il non luogo a procedere per le accuse più gravi», prosegue Fitto. Il quale aggiunge: «Dopo otto anni di indagini, 150mila intercettazioni telefoniche, una richiesta di arresto, una spettacolarizzazione senza precedenti, continui tentativi di infangare il mio onore, crolla tutto come un castello di carte».
Il ministro è stato rinviato a giudizio per corruzione e illecito finanziamento ai partiti insieme a Giampaolo Angelucci, editore dei quotidiani Libero e il Riformista: secondo l’accusa l’imprenditore avrebbe versato una tangente di mezzo milione di euro al movimento politico di Fitto, «La Puglia prima di tutto», per ottenere l’aggiudicazione dell’appalto settennale da 198 milioni di euro per la gestione di 11 residenze sanitarie assistite. Angelucci ha sempre respinto le accuse, così come ha fatto la difesa di Fitto spiegando che il finanziamento era lecito e regolarmente registrato.
La prima udienza dibattimentale è stata fissata per il 25 febbraio.

Sempre ieri il gup ha assolto sette imputati al termine del procedimento con rito abbreviato: tra loro c’è l’ex direttore generale dell’Ares di Puglia e attuale sub commissario alla sanità del Lazio, Mario Morlacco, scagionato dall’accusa di falso. E così, anche dopo questa decisione, la difesa di Fitto ritiene che il quadro accusatorio sia ormai venuto meno.

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