Il caso-licenze approda in Parlamento

Continua a provocare polemiche la revoca delle licenze ai tassisti con la fedina penale sporca. Ad alimentare nuovi dubbi sulla legittimità di una misura considerata troppo punitiva, almeno in alcuni casi, sono i consiglieri comunali Enrico Cavallari e Fabio Sabbatani Schiuma, secondo i quali «è quanto mai stravagante oltre che iniquo che il Comune di Roma con una mano assegni il 20 per cento dei chioschi oggetto del prossimo bando dell’assessorato all'Ambiente sui punti verdi ristoro dando una corsia preferenziale alle cooperative sociali di ex detenuti, principio da noi pienamente sottoscritto, e con l’altra mano ritiri le licenze a tassisti con reati con condanne sospese, compresi abusi edilizi e incauti acquisti». Su quella che appare una palese contraddizione i due consiglieri hanno presentato due interrogazioni urgenti agli assessori all’ambiente Esposito e al commercio Rizzo. «Ricordiamo - aggiungono gli esponenti di An - che anche il codice penale all’articolo 166 nega che questi possano essere motivo per ritiro di licenze che permettono attività lavorativa».
Ma la vicenda delle licenze sequestrate è finita anche in Parlamento. Il senatore di An Francesco Storace ha presentato un’interrogazione ai ministri dei Trasporti, di Grazia e giustizia e dell’Interno per sapere «se il provvedimento di sequestro delle licenze dei taxi per coloro che hanno beneficiato della sospensione condizionale della pena sia idoneo e non illegittimo considerato che l’articolo 166 del codice penale prevede espressamente che le sospensioni condizionali della pena non possono essere motivo per il diniego di concessioni di licenze o di autorizzazioni per svolgere attività lavorativa».
Nell’interrogazione Storace sottolinea che il provvedimento è stato subito anche per reati piccoli e remoti e che «le licenze erano state regolarmente concesse dal Comune di Roma» e chiede «quali provvedimenti si intendano adottare nei confronti del Comune di Roma che avrebbe omesso i dovuti controlli come specificano le stesse ordinanze di sequestro».

Storace chiede inoltre ai ministri se il provvedimento «non possa essere considerato una vera e propria ritorsione nei confronti della categoria che già in passato manifestò contro la volontà dell’attuale governo di procedere ad una liberalizzazione selvaggia del trasporto pubblico effettuato dai taxi», e «non sia contrario alle più elementari norme di recupero sociale».

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