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Caso Mediaset Davanti ai giudici il legittimo impedimento

La nuova legge sul legittimo impedimento, promulgata da Napolitano nei giorni scorsi e pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale, sarà oggi per la prima volta al vaglio di un tribunale nell’aula della prima sezione penale a Milano, dove si svolge il processo sui diritti tv di Mediaset, che vede il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi tra gli imputati di frode fiscale. In cancelleria dal 7 aprile scorso, cioè prima che Napolitano firmasse la norma, c’è la documentazione con cui la difesa del premier chiede il rinvio dell’udienza a causa del viaggio che porterà Berlusconi a Washington per il «Nuclear Security Summit». Un programma di tre giorni, da oggi a mercoledì, che impedisce, secondo la certificazione di Palazzo Chigi, al presidente di essere in aula. Gli avvocati del Cavaliere, Niccolò Ghedini e Piero Longo, hanno già detto che utilizzeranno la legge che permette un rinvio di 6 mesi, rinnovabile tre volte fino a una sospensione di un anno e mezzo del processo.
Adesso spetterà ai giudici di Milano la valutazione su cosa fare. La linea della Procura è quella di chiedere l’invio degli atti alla Corte Costituzionale. Nel caso il collegio dovesse aderire alla richiesta dei pm, dovrà anche fare una scelta: sospendere il processo per tutti i 12 imputati o stralciare la posizione del premier e andare avanti con gli altri. Sulla decisione potrebbe pesare la situazione particolare in cui si trova il presidente del collegio, Edoardo D’Avossa, da tempo trasferito a La Spezia e «applicato» a Milano solo per il caso Mediaset.

L’applicazione, già rinnovata più volte, non può essere perenne e della vicenda si sta occupando il Csm. Dovesse «scadere» l’applicazione, infatti, il processo intero riprenderebbe da zero, con altro giudice, ma sarebbe destinato a prescrizione sicura.

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