Caso Mills, il processo va avanti

da Milano

Il calendario è già stato fissato. Altre tre udienze prima della pausa estiva, poi di nuovo in aula a settembre. Il processo a carico del premier Silvio Berlusconi - imputato a Milano per la presunta corruzione dell’avvocato inglese David Mills, che avrebbe ricevuto dal Cavaliere 600mila dollari per «ammorbidire» la propria testimonianza di fronte ai pm - va avanti.
L’istanza di ricusazione nei confronti del giudice Nicoletta Gandus, presentata dai legali del presidente del Consiglio, è stata infatti respinta ieri dal collegio dei giudici della decima sezione penale del Tribunale, davanti alla quale si sta celebrando il dibattimento. «La dichiarazione di ricusazione a carico del presidente di questo collegio non sospende la prosecuzione dell’istruttoria dibattimentale», si legge nell’ordinanza firmata dalla stessa Gandus. Una decisione che non ha sorpreso l’avvocato Nicolò Ghedini, difensore di Berlusconi.
«Non mi aspettavo nulla di diverso - commenta a caldo il legale - quanto accaduto non fa che dimostrare la fondatezza della ricusazione». E mentre, in aula, il pubblico ministero Fabio De Pasquale esortava a «evitare la paralisi del processo», ancora Ghedini ha rilanciato quanto già sostenuto nei giorni scorsi. E cioè che «il processo non si può celebrare in questo collegio, di fronte ad un giudice che ha svolto contrasto politico a Berlusconi dal 2001 al 2006, avversando, in particolare, le leggi sulla giustizia». Il prossimo 10 luglio, infine, la corte d’Appello di Milano dovrà esprimersi sull’istanza di ricusazione.

Su cui il sostituto procuratore generale Laura Bertolè Viale ha espresso parere negativo. «I pg sono molti a Milano - ha concluso Ghedini - e se ne poteva trovare uno che non avesse condiviso in passato le posizioni di Francesco Saverio Borrelli».

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