In principio è stato Antonio Di Pietro ad accusare Antonio Di Pietro. Laltro giorno il leader dellIdv ha svelato sul suo blog che nei palazzi della politica e nelle redazioni dei giornali circola un dossier su di lui. Autodenuncia a fine di smentita, certo, perché «è una bufala», scrive lex pm, costruita ad arte «per far credere che io sia stato al soldo di servizi deviati e Cia per abbattere la Prima Repubblica perché così volevano gli americani e la mafia».
Excusatio non petita, però, che fa riflettere. Perché ad andarla a guardare bene, la biografia di Tonino proprio in chiaro non è. E lui stesso, nellautodifesa preventiva, in diversi punti inciampa. Le incognite che Tonino non scioglie sono molte, lungo un arco temporale di oltre ventanni. Dalla prima nel 1973, quando un Tonino ventitreenne dopo aver lavorato per due anni in Germania come operaio torna in Italia e magicamente entra nellAeronautica militare, mica alla Fiat, in un ruolo che prevede il nulla osta del Sismi, allultima nel 1994, quando lascia la toga subito dopo la requisitoria al processo Enimont e subito prima di entrare nel mirino di uninchiesta della Procura di Brescia. Si intravede spesso lombra dei Servizi, nella variegata carriera di Di Pietro. Già allUniversità. Pur lavorando, Tonino in 31 mesi riesce a sostenere 22 esami, compresi quelli terribili come Istituzioni di diritto privato. «Di giorno lavoravo e di notte studiavo» ha sempre detto lui. Ma non ha mai spiegato che ruolo abbia svolto, nella sua laurea, Agostino Ruju, assistente di Diritto costituzionale legato ai servizi segreti.
I quali servizi spuntano ancora qualche anno dopo, è il 1984 e Di Pietro parte per una vacanza alle Seychelles, proprio dove è latitante Andrea Pazienza, il faccendiere inventore del Supersismi.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.