Centinaia di firme sulla Carta del «sì»

Emanuela Fontana

da Roma

«La Cgil e l’Inca sono completamente estranee a qualsiasi coinvolgimento nella campagna elettorale e ai suoi relativi costi». Così diceva un paio di settimane fa il responsabile esteri dell’Inca, il patronato della Cgil con sedi in tutto il mondo, Antonio Bruzzese, al centro di un’inchiesta del Giornale sui punti oscuri del voto estero e soprattutto di quello sudamericano. Ma ora proprio all’interno dell’Inca stanno avvenendo strani «movimenti». Per l’esattezza, potrebbe essere vicino l’azzeramento del vertice del patronato, con l’addio del presidente, Aldo Amoretti.
La segreteria della Cgil, e in particolare Guglielmo Epifani, sarebbero rimasti quantomeno impressionati dall’intera vicenda, partita dal documentario «Hermanos de Italia», che ha messo in luce aspetti truffaldini del voto argentino e venezuelano. E un ruolo di peso nella fase pre voto dello stesso Bruzzese, che ha ammesso di essersi dedicato alacremente alla campagna elettorale, «ma mentre ero in ferie». Spiegazione che non è piaciuta a Epifani e al vertice del sindacato. Vertice che non deve però aver apprezzato neanche il ruolo del presidente Amoretti, che pure si era dissociato dall’«attivismo» di Bruzzese.
Ecco dunque la decisione, secondo le voci insistenti di questi giorni, di cambiare il presidente dell’Inca, con il nome del sostituto già pronto: Raffaele Minelli, già presidente dei Pensionati della Cgil, poi al Cnel, consiglio nazionale dell’economia e del lavoro, sede in cui dovrebbe andare Amoretti. È lo stesso presidente del patronato a confermare un suo probabile e imminente cambio, anche se non vuole parlare di voto estero: «C’è questa possibilità», ammette al Giornale. Se fosse per lui, probabilmente non lascerebbe l’Inca: «Mi piace quello che faccio, ma c’è la possibilità che possa fare altro... ». Le voci dicono che sia proprio Amoretti il capro espiatorio dell’intera vicenda: «Non sono né capro né espiatorio - precisa - comunque ne parleremo più avanti». Quanto a Bruzzese, sembra protrarsi il periodo di ferie e al momento è piuttosto assente in Inca.
Il rapporto tra Amoretti ed Epifani era partito in salita perché il presidente del patronato Cgil incarna l’ala riformista del sindacato. Ma i contrasti si erano in parte appianati, fino alle elezioni e al moltiplicarsi di esposti sulla campagna elettorale avviata dall’Inca, non solo in Sudamerica, ma anche in molte sedi europee. Secondo il coordinatore in Canada dell’Udc a Toronto, Giorgio Marchi, i patronati «hanno organizzato una sorta di corso per come votare il candidato dell’Unione di Prodi».

In Venezuela una serie di associazioni italovenezuelane si sono scatenate contro Bruzzese («pretendiamo rispetto») perché il sindacalista aveva chiamato in causa le Poste venezuelane spiegando al Giornale che gli avevano offerto «diecimila tagliandi elettorali». Solo due dei tanti «dubbi» che l’ultima elezione ha lasciato sul patronato.

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