Guido Mattioni
nostro inviato a Udine
Che non ci sarebbe stata gara per la corsa alla presidenza della Provincia di Udine lo si era capito già alle 15,15 di ieri, quando erano stati scrutinati i voti di appena 9 delle 626 sezioni. La percentuale, a quel punto, era più che eloquente: 62,65% per il centrodestra. Risultato ovviamente parziale, condizionato dalla collocazione geografica di alcuni seggi particolarmente vicini al candidato, ma leggibile come un messaggio forte e chiaro: Marzio Strassoldo di Graffembergo, ex rettore dellateneo udinese, presidente uscente da Palazzo Belgrado, sarebbe stato riconfermato per un altro mandato, gelando le ambizioni del concorrente del centrosinistra, Giancarlo Tonutti, ex sindaco di Codroipo. E così infatti è stato, con il risultato finale di 58,1% a 36,5% a favore di Strassoldo. Per il lavoro da lui svolto in questi cinque anni, per la sua indiscussa personalità nel mondo culturale locale, e indubbiamente anche grazie al consistente patrimonio di voti conquistato da tutto il centrodestra in regione nelle politiche di domenica e lunedì. Che lui, tuttavia, è riuscito a ritoccare in meglio.
Settanta chilometri più a sud, a Trieste, sempre ieri andava intanto in scena un altro ghiotto confronto diretto di questo election day, quasi un ingorgo elettorale che ha prodotto tra laltro, oltre a forti imbarazzi soprattutto nei votanti più anziani, schede lenzuolo come quelle distribuite a Udine, lunghe 97 centimetri per poter contenere tutti i nomi e i simboli delle sette liste in lizza. Confronto ghiotto, si diceva, perché nel capoluogo giuliano si sfidavano per la poltrona più alta del municipio il sindaco uscente, il forzista Roberto Dipiazza, e lo sfidante margheritino Ettore Rosato. Ma è finita praticamente in parità (48% a 48% fino a tarda sera), costringendoli al ballottaggio tra due settimane.
Il mega election day imposto dal presidente regionale di centrosinistra Riccardo Illy, prevedeva anche altri test. Come il rinnovo del consiglio provinciale di Gorizia, sfida conclusasi 48,3% a 24,8% a favore del centrosinistra con un risultato peraltro già scontato in partenza per via dellalta e consolidata incidenza «storica» della sinistra più radicale, insediata soprattutto a Monfalcone (cantieri navali). Si doveva poi rinnovare il consiglio provinciale di Trieste; e anche qui, come al Comune, il testa a testa tra la rappresentante del centrosinistra, Maria Teresa Bassa Poropat, e Fabio Scoccimarro del centrodestra, conclusosi 49,06% a 48,42%, renderà necessario un ballottaggio.
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