Nella biblioteca del Comune di Castellanza (ex sala del consiglio comunale) ieri sera si sono ritrovati autori, giornalisti, politici e vecchia amici a ricordare Franco Morgan, attore, doppiatore, organizzatore culturale e direttore del mitico periodico della destra lombarda, "13 gennaio", scomparso da un anno.
Un dibattito che pur avendo al centro della storia la figura di Morgan, ha ripercorso le tappe di chi negli anni Settanta si era trovato ad essere impegnato nel costruire un futuro fatto di ideologia, di sogni, di aspettative che non si sono avverate, come tanti sogni di era al contrario impegnato nella lotta politica a sinistra.
Sul palco messo a disposizione dall'assessore Fabrizio Gianchi che ha introdotti i lavori e dato il benvenuto ai partecipanti, c'erano Giacomo Airoldi (organizzatore della serata), Armando Torno, scrittore e giornalista de Il Corriere, Maurizio Cabona critico cinematografico, Stenio Solinas, scrittore ed editorialista de Il Giornale e l'ex calciatore dell'Inter e della Nazionale, Mauro Bellugi.
"Che cosa avete fatto della vostra gioventu?". Con questa domanda ha esordito Giacomo Airoldi, giornalista di musica e spettacolo, già direttore di varie testate del settore, ora capo ufficio stampa di Striscia la Notizia, rivolgendosi agli autori del libro "C'eravamo tanto a(r)mati" (edizioni Settecolori di Vibo Valentia), Torno, Cabona e Solinas per l'appunto, che insieme a tanti altri come Giampiero Mughini, Paolo Isotta, Oliviero Bea, Giordano Bruno Guerri, Francesco Guccini, Gianni Rivera, Alberto Camerini, Umberto Croppi e Massimo Fini. Un gruppo di intelluali di destra e di sinistra uniti nel ricordare gli anni Settanta coordinati dai curatori Cabona e Solinas.
Tra ricordi, sorrisi, omissis, speranze e delusioni, si sono ripercorsi i capitoli del libro alternando i ricordi dei singoli compagni di Morgan, consigliere comunale di Castelanza, sua città natale. L'assessore Gianchi ex segretario del Fronte della Gioventù ha così ricordato l'uomo, l'amico, il camerata, il suo direttore del giornale "13 gennaio" e persino le parole dell'ultimo incontro con Morgan: "...io non voto più perchè non credo nella democrazia". Eppure Morgan era sempre stato un grande combattente, un uomo curioso, incapace di rassegnarsi. A sentire il ritratto di una persona generosa, cordiale, ma al tempo stesso una personalità solitaria, un uomo che amava poco confrontarsi e raccontare di sè, c'era Tommaso Staiti, amico da sempre e tanti suoi ammiratori televisivi; la sua voce da doppiatore, attore è nota al grande pubblico, specie quello di una certa generazione. Sul video si sono potute vedere alcune sue interpretazioni tra le quali della canzone con Claudia Mori, "Buona sera dottore"; era la voce dell'amante, il dottore per l'appunto.
Airoldi ha anche ricordato quando venne sepolto Morgan aveva tra le mani la bandiera dell'inter e una sciarpa del circolo. Torno ha detto che non ha potuto andare al suo funerale per motivi di lavoro e questo è un debito che ha ancora nei suoi confronti. "Decisamente non ho mai scritto gratis ma per questo libro curato da Cabona e Solinas, mi sono fatto affascinare, ma a parte il fatto che con Morgan oltre a condividere alcune riflessioni, avevamo in comune l'amore per Baudelaire e il ristorante milanese da Giulio di vai Mussi. Un giorno Morgan mi disse che Dio è ateo e mi regalò una copia de "I fiori del male", una prima edizione originale acquistata dai bouquenistes parigini con una breve frase in rosso. La conservo ancora oggi. I bollettini del gruppo capitanato da Morgan erano di un colore verde ranocchio, proprio come la sua macchina. Era un amico del Circolo di Castellanza, poi per anni non l'ho più visto. Mi venne a trovare un anno e mezzo prima di morire. Avevamo in comune anche Celine". C'è anche di mezzo una storia sulla prima ballerina del Bolscioi di Mosca Olga B. i tedeschi e un ministro del III° Reich. Stiamo parlando di un mito per l'Urss. Ma tormiano al ricordo di Torno: "Moralmente ineccepibile, curioso, leale". Questo era Franco Morgan. Sarebbe divertente, ha aggiunto torno fare un'edizione annotata del "C'eravamo tanto a(r)mati" come se fosse un libro dei Meridiani Mondadori: vedere le prime versioni, le correzioni dei due curatori, come hanno fatto con me al punto tale che non ricordo memmeno più che cosa scrissi esattamente. Con Stenio Solinas dividevo l'appartamento di Via Vespucci tutte le volte che venivo a Milano. Un'amicizia che coinvolse anche Maurizio Cabona che dalla sua "postazione" ha voluto sottilineare che il "C'eravamo tanto a(r)mati" era un vero e proprio vademecum di tutta una generazione e ha fatto salire sul palco il figlio Federico a leggere un brano di Torno relativo alla rivista "13 gennaio".
Stenio Solinas ha invece posto l'accento sull'"amicizia politica", quella cioè nata in virtù di legami di militanza. Un'amicizia politica fatta però fra elementi assolutamente impolitici, ovvero di persone che inseguivano delle idee e non dei posti, dei sentimenti e non un potere.
A chiuso il ricordo di Franco Morgan l'intervento scoppiettante di Mauro Bellugi, che dell'Inter tanto amata da Morgan nelle sue vesti di tifoso, fu negli anni Settanta una bandiera. Bellugi ha inanellato una serie di ricordi, fatti divertenti che hanno allietato i presenti e sottolineato vizi e virtù di un'epoca. La sua verve ha deliziato pubblico e curatori.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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