Emanuela Lia, ha 37 anni, vive in un letto, non si muove, non parla, si esprime solo con gli occhi. Dev’essere imboccata, accudita 24 ore su 24. Ma ha vissuto anche momenti peggiori. Per due anni è stata in coma vegetativo e le avevano dato sei mesi di vita. Sono passati 15 anni da quando è stato emanato il verdetto dai più famosi medici europei.
Cosa avete provato quel giorno avvocato Cesare?
«Io e mia moglie non ci siamo arresi. Abbiamo portato Emanuela a casa e abbiamo preso in mano questa croce».
Cosa è successo a sua figlia?
«È entrata in coma dopo un incidente. Il ragazzo che era alla guida è finito contro un albero per un colpo di sonno».
Dove l’avete portata?
«Prima a Lecce, poi in famoso centro di Innsbruck dove non mi hanno dato alcuna speranza. Era in coma vegetativo ed era destinata a morire, magari per qualche infezione».
E come vi siete organizzati?
«Abbiamo cercato di togliere tutte le fonti di infezione. Prima era alimentata con il sondino, poi lentamente l’abbiamo imboccata».
Imboccata?
«Esatto, acqua e pochissimo cibo liquido molto calorico. E piano piano ha cominciato a deglutire da sola».
Un miracolo?
«No, è la forza di volontà. Restare a casa sua l’ha aiutata molto. Ha sentito gli odori, i rumori, le voci e le nostre continue sollecitazioni con musica, televisione. La facciamo partecipare alla nostra vita quotidiana».
In quanto tempo è migliorata?
«Dopo due anni ha cominciato a ingoiare e poi ad aprire gli occhi. Ma lei all’inizio era come Eluana».
Vuol dire che Eluana migliorerebbe se fosse curata a casa?
«Secondo me sì. Noi abbiamo portato a casa Emanuela fin dal primo momento».
Ma Englaro dice che sua figlia non avrebbe voluto restare in questo stato.
«Anche Emanuela diceva la stessa cosa. Nella sua scuola sono entrati in coma due suoi compagni. E allora mi diceva che se fosse successo a lei non avrebbe voluto vivere in quelle condizioni».
E ora?
«Quando le facciamo questa domanda urla, si dimena, ha lo sguardo disperato».
Vi ha risposto.
«Certamente. Ecco perché dico a Beppino di aspettare. L’evoluzione della scienza può aiutare molto».
Cosa ne pensa del testamento biologico?
«Io sono d’accordo perché uno di noi ha il diritto di dire cosa vuole che si faccia di se stesso. Però Eluana ha detto cose 16 anni fa e non le ha mai scritte. Chi ci dice che questa sia la sua verità?».
Lei non si arrenderà mai, neppure se Emanuela peggiorasse?
«Assolutamente no. L’unica cosa che chiedo è un po’ di aiuto. Noi dobbiamo pagare tutto, comprese le medicine e l’assistenza. Ci passano solo un po’ di fisioterapia. Spendiamo circa 3.500 euro al mese.
Invece, niente?
«Persino il presidente Napoletano e il ministro Turco ci avevano assicurato qualche sostegno. Ma io non ho mai visto neppure un euro».
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