Chávez ai rivali: «Vi candidate? E io vi sbatto subito in galera»

Epiteti come ladro, mafioso, don Corleone, topo, narcotrafficante non sconvolgono ormai più nessuno in un Venezuela abituato a vedere il presidente Hugo Chavez usarli nei suoi monologhi televisivi per insultare chiunque intralci il suo cammino politico. Gli indici di popolarità in costante calo e le importanti elezioni municipali e regionali previste per oggi, hanno però spinto il presidente a passare direttamente alla minaccia e all'eliminazione degli oppositori. «Mi metto a capo della campagna “Manuel Rosales, stai per finire in prigione”, aveva annunciato il 25 ottobre, riferendosi al candidato allo Stato del Zulia, dato come vincitore nei sondaggi. Lo Stato ha subito chiesto spiegazioni a Rosales su come ha finanziato due case a Miami «del valore di 700mila euro» e su suoi presunti legami con assicurazioni internazionali.

Anche un imprenditore chavista come Abdalá Makled è divenuto un nemico da eliminare solo perché si è candidato al comune di Valencia, capitale dello Stato di Carabobo, dove già c'era un candidato chavista. Makled è finito in prigione venerdì . Aveva in casa 394 chili di cocaina.

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