Che stangata! Da rifare 2 ascensori su 3

Si può chiamare come vuole ma resta sempre la stessa cosa. Che sia Pc, o Pds, o Ds, o Pd, che faccia parte dell'Ulivo, della Quercia o dell'Unione, resta sempre fermamente il partito del «no». Un partito di conservatori, sia a livello nazionale, sia a livello locale.
Prendiamo, ad esempio, quanto accaduto negli ultimi giorni a Milano. Dove, nonostante questa politica l'abbia portato a contare quanto il due di picche, insiste nei suoi no.
No alla strada intitolata a Craxi, almeno non in centro cioè fuori dalla vista di quel popolo snob che ancora si ostina a votarli. E poi no al tunnel dalla Fiera di Rho a Linate che pure sottrarrebbe una bella fetta di traffico dalle strade e una bella porzione di inquinamento dall'aria. Ci sono motivi scientifici per sostenere che il tunnel sia inutile o dannoso? Macché, le solite vecchie frasi trite e ritrite, la solita, stucchevole, insopportabile demagogia di cui la stragrande maggioranza della gente ha le tasche piene.
Sentite le ragioni del no: «Un assurdo ponte di Messina in versione meneghina»; «no al tunnel, più case in affitto, più verde, risparmio energetico, un parco allo scalo Farini e funzioni pubbliche all'ex macello di Porta Vittoria, che non va dato a Ligresti». Insomma il solito «no» a prescindere; il solito «no» esclamato, urlato tanto per far vedere che esistono ancora, che dalla geografia politica milanese non sono del tutto scomparsi.


L'altro no arriva da Filippo Penati, ineffabile ex presidente della Provincia che, dopo essere stato sconfitto da Podestà è stato buttato al macello come candidato del centrosinistra per soffiare la poltrona di presidente della Regione a . (...)

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