La Chiesa fa il suo mestiere ma ai laicisti non va giù

Poche passioni sembrano oggi più singolari della commovente pertinacia con cui i nostri più fieri laicisti pretendono di contestare alla Chiesa il diritto di fare il suo mestiere. Dalla tenacia con cui non cessano di negarglielo si direbbe infatti che essi non si siano ancora accorti che la Chiesa, da quando ha dovuto rinunciare all’esercizio del potere temporale, il suo insegnamento non può più imporlo a nessuno: può soltanto impartirlo verbalmente esortandoci ad ascoltarlo. E magari ricordando a chi preferisce ignorarlo che è libero di farlo, ma non di pretendere di essere cattolico.
Quale inconfessabile cruccio fomenta questa veemente passione dei nostri laicisti? Tutto lascia supporre che i loro crucci siano più di uno. Uno di essi è l’oscuro, inconfessabile timore che i grandi problemi spirituali del nostro tempo sfuggano completamente alla presa dei loro pregiudizi (sospetto assolutamente ragionevole visto che la cultura laicista, di fronte a ogni grande mistero si rivela sempre di un’incompetenza assoluta). Un altro è il loro bisogno di continuare a immaginare di essere ancora oggi i più tenaci avversari di ogni specie di conformismo, bigottismo e clericalismo. Credenza assolutamente illusoria, in un’epoca in cui dovrebbe sembrare a tutti evidente che lo spirito del conformismo, del bigottismo e del clericalismo sono ormai incarnati, paradossalmente, non solo in Italia ma anche in Europa e in tutto il mondo, proprio dalla cultura laicista. Un terzo cruccio dev’essere infine il non troppo vago sospetto che oggi la Chiesa, paradossalmente, sia una forza molto più laica e liberale di qualsiasi lobby laicista.
Una delle espressioni più toccanti di questo bigottismo sono fra l’altro proprio gli argomenti pseudo-libertari coi quali si pretende di contestare alla Chiesa il suo diritto a opporsi, mediante il legittimo esercizio del proprio magistero, all’equiparazione dei diritti delle coppie omosessuali a quelli delle famiglie normali. I nostri laicisti si sono sempre detti nemici dello Stato ficcanaso. Ma allora per quale ragione appoggiano con tanto entusiasmo la causa del matrimonio dei gay? Non lo capiscono che questa battaglia non torna affatto a vantaggio della libertà e dei diritti degli omosessuali, bensì soltanto della ridicola smania di alcuni di loro di tuffarsi nelle fauci dello Stato?
La verità è che a tutti i grandi interrogativi imposti alle nostre coscienze dalla fatale distretta in cui versa oggi la civiltà occidentale (quale vita vogliamo? quale famiglia? quale società? quale ambiente? quale natalità? quale pace? quale guerra? quale scienza? quale Stato? quali dèi? quale rapporto col sacro?) la cultura laicista non sa più dare nessuna risposta seria.


guarini@virgilio.it

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