Anche i vescovi italiani sono finiti al centro della polemica politica - e al tam tam che impazza su Facebook - per la decisione del governo di non far pagare l'Imu (la vecchia Ici) ai beni commerciali facenti capo a enti ecclesiastici, come richiesto dagli emendamenti presentati da alcuni deputati in parlamento. Eppure la polemica sull'esenzione dell'Ici per la Chiesa cattolica, per il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei, è senza fondamento: "Speriamo - ha detto il porporato a margine di un convegno alla Pontificia università Gregoriana - che la trasparenza dei dati forniti quasi ogni giorno da Avvenire mettano in evidenza le cose e spengano ogni polemica perché non ha fondamento". E in un'ampia intervista al Corriere Bagnasco spiega che la "Chiesa paga l'Ici... eventuali casi di elusione relativi a singoli enti, se provati, devono essere accertati e sanzionati con rigore. Nessuna copertura è dovuta a chi si sottrae al dovere di contribuire al benessere dei cittadini attraverso il pagamento delle imposte. Le tasse - prosegue il cardinale - non sono un optional -. Detto questo, l'esenzione dall'Ici per talune categorie di enti e di attività non è un privilegio. E' il riconoscimento del valore sociale dell'attività che viene esentata e non riguarda solo la Chiesa ma anche altre confessioni religiose e una miriade si società no profit".
Disponibili a chiarire la legge
Il presidente della Cei si è detto comunque disponibile a "chiarire, a fare alcune precisazioni laddove nella formulazione di qualche punto della legge" che stabilisce esenzioni Ici per gli enti no profit, "queste precisazioni si rivelino necessarie"
Nessuna cresta sull'8 per mille
Il capo dei vescovi mette a tacere le polemiche, che circolano da anni nel Paese, sulle ricchezze che la chiesa accumulerebbe, ogni anno, grazie all'8 per mille delle dichiarazioni dei redditi degli italiani: "Non esiste la cresta dei vescovi perché tutto quello dell’otto per mille che non va per il sostentamento del clero va per la carità delle diocesi, in Italia come all’estero, nelle mense, nelle varie opere di assistenza e solidarietà che la Chiesa fa da sempre e va anche per le opere pastorali, gli oratori e la manutenzione delle chiese".
Cgia: stangata alle imprese
Nel 2012 l’introduzione dell’Imu comporterà un aumento medio delle imposte a carico delle imprese pari a 1.159 euro. "Una vera e propria stangata", secondo la Cgia di Mestre che ha curato una simulazione sugli effetti economici che l’Imu provocherà sui bilanci delle aziende italiane. Secondo quanto previsto dalla nuova normativa, spiegano gli artigiani di Mestre, l’Imu graverà sulle prime case, assorbirà l’Ici e l’Irpef sui redditi fondiari delle seconde case e sostituirà l’Ici sugli immobili strumentali (vale a dire i negozi commerciali, i laboratori artigianali, gli uffici e i capannoni industriali).
Cgil: aumento affitti 20-30%
L’applicazione dell’Imu rischia di far
salire il costo degli affitti, che in fase di rinnovo dei contratti potrebbero passare da concordati a liberi con un aumento stimato tra il 20 e il 30%. Lo rileva uno studio del Dipartimento ambiente e territorio della Cgil.
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