Qualcuno si ricorderà senz’altro di quello straordinario film che è Il fascino discreto della borghesia di Buñuel.All’inizio del film, un uomo vestito da giardiniere si presenta alla porta di una ricca casa borghese. Ma la signora, constatando la bassa condizione dell’uomo,lo caccia via. Poco dopo suonano di nuovo alla porta: è lo stesso individuo di prima, che però stavolta non indossa più abiti dimessi, ma è in divisa vescovile. Si tratta infatti del nuovo vescovo della città, che si offre di fare da giardiniere a quella bella famiglia. In fondo esistono i preti operai, no? Perché non, allora, un vescovo giardiniere?
Se le cose stessero come dice Buñuel (che era un ateo dichiarato) niente di strano che a Como il Vescovo della città si presenti a un gruppo di bambini quasi come Babbo Natale, di cui lo stesso prelato si dichiara amico.
Secondo gli studi più recenti la capacità di memoria e di attenzione delle giovani generazioni si sta drasticamente riducendo. Se un bambino della scorsa generazione poteva stare attento per mezz’ora,oggi dieci minuti sono già un’impresa. Niente di strano che un bambino dei nostri giorni faccia fatica a memorizzare, dopo Babbo Natale, anche Gesù Bambino. Troppa roba.
L’intenzione è chiara:dal momento che il bambino dei nostri giorni non sa più che cos’è Gesù, è buona cosa stabilire anzitutto un contatto con loro mediante quello che già sanno, cioè Babbo Natale. Si parte da lì per poi arrivare a Gesù (il passaggio dal vecchio panzone al Figlio di Dio non è semplice, ma ci si può provare). Mosso da seri intenti pastorali, il prelato si «traveste» da Babbo Natale: che però resta un parente, uno della famiglia, ma comunque molto meno importante, diciamo il solito cugino rompiscatole, che vuole apparire a tutti i costi nella foto di gruppo anche se non è stato invitato. Siccome poi lui è il rappresentante di Gesù Cristo, la conseguenza è che anche Gesù è, in fondo, un cugino meno importante di Babbo Natale. Ed è così che va a finire, e per fortuna i bambini di oggi sono un po’ più rintronati, e perciò in fondo va anche bene trovarsi lì il cugino di Babbo Natale.
Però non posso fare a meno di immaginare quello che avrei fatto io, da bambino se mi si fosse presentato il vescovo della mia diocesi con indosso quel po' po' di paramenti. Che risate, ragazzi! Da morire soffocati! Il vescovo vestito da Babbo Natale: buuuu.
Come si fa a partire da Babbo Natale per arrivare a Gesù Bambino? A meno che, s’intende, non sia stato Babbo Natale in persona a incaricare il cugino di dire al mondo che il Natale ricorda la nascita di Gesù, e non quella del rubizzo testimonial della Coca-Cola. Questo però non farà che aumentare il prestigio del vecchio pagliaccio: com’è buono, com’è mite, com’è umile di cuore.Ancora una volta, si dona tutto agli altri, e per sé non tiene niente.
Personalmente, non ho dubbi sul fatto che questa iniziativa del Vescovo di Como porterà più lustro a Babbo Natale che a Gesù Bambino. I preti operai alla fine se non tornano a fare i preti diventano operai e basta. E i vescovi giardinieri finiranno per diventare giardinieri a tutti gli effetti.
Il vizio sta, come si vede, all’origine, ed è presente nella Chiesa da decenni: l’illusione che la comunicazione della fede sia essenzialmente una questione mediatica, un problema di strategie comunicative. Non si conta la quantità di convegni che sono stati e sono dedicati a questo tema.
Invece, è la fede che comunica la fede. Un padre può dire ai propri figli tutto quello che gli pare, ma loro da cosa resteranno persuasi? Da quello che vedono fare al loro papà, perché da quello che fa si vede in cosa crede. Per comunicare Gesù Cristo è necessario amare Gesù Cristo, essere suoi. Chi se ne frega di Babbo Natale? Gesù Cristo non è una similitudine, non è una fiaba: è una persona.
Nonostante i regressi documentati dalla scienza, i bambini sono intelligenti. Puoi mettergli davanti Einstein o Pulcinella, non importa: importa che sia chiara la ragione sufficiente (che è anche la ragione ultima) di quello che dicono, quello che li muove.
Se quello che li muove è Cristo, loro capiranno Cristo. Se quello che li muove è una strategia comunicativa, questo impareranno.Tene rem, verba sequentur diceva Catone. Sia chiaro il vostro parlare, sì sì e no no diceva Gesù. Il punto, per fortuna, è ancora questo.
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