Roma

Chinaglia rischia il processo per la «scalata» alla Lazio

Giorgio Chinaglia è a rischio processo per le presunte irregolarità legate al tentativo di scalata alla Lazio da parte di un fantomatico gruppo industriale ungherese indicato dall’ex bandiera biancoceleste. Dopo la chiusura dell’inchiesta, infatti, i pm di Roma hanno chiesto il rinvio a giudizio degli indagati per reati che, a seconda delle posizioni processuali, vanno dall’aggiotaggio informativo alla tentata estorsione. Oltre a Chinaglia, rischiano di finire sotto processo i quattro leader del gruppo «Irriducibili» Fabrizio Piscitelli, Fabrizio Toffolo, Yuri Alviti e Paolo Arcivieri, gli imprenditori Zoltan Szlivas e Guido Carlo Di Cosimo, il portavoce di Chinaglia, Giuseppe Bellantonio, il professionista Bruno Errico, e Fabio Di Marziantonio, che ebbe contatti con il gruppo di Di Cosimo.
A dare avvio all’indagine furono le oscillazioni delle azioni della Lazio all’inizio del 2006, ovvero nel periodo in cui Chinaglia indicò un gruppo industriale ungherese quale promotore di una scalata alla società. L’inchiesta ha riguardato anche le presunte pressioni nei confronti dell’attuale patron della Lazio, Claudio Lotito, per indurlo, secondo l’ipotesi d’accusa della Procura, a cedere la società biancoceleste.

Agli «Irriducibili», in particolare, viene attribuita l’iniziativa di aver promosso delle minacce a Lotito, costretto ad assumere una scorta.

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