Nick Hornby - nel suo libro Rock Pop Jazz e altro inserisce il sopraffino chitarrista Richard Thompson nella lista degli artisti amati dai cosiddetti «Rock snob», ovvero coloro che «non tollerano alcuna ignoranza nella storia della musica pop e sono capaci di prendersela a morte se non avete mai sentito nominare Jack Nitzsche». Tra il serio e il faceto Hornby parla di musicisti seminali - dagli eroi dei Byrds Gene Clark e Gram Parsons fino al «marziano» Roky Erickson - e naturalmente di Thompson, che arriva lunedì a Milano, al Teatro Manzoni, per uno dei suoi sofisticati concerti.
Uno spettacolo di lusso e di mille suggestioni quello di Thompson, per veri «Rock snob», dato che non è notissimo al grande pubblico ma che è considerato un pioniere del folk inglese moderno e soprattutto uno dei chitarristi più virtuosi ed influenti della scena internazionale, non a caso inserito nellelenco dei migliori cento «seicordisti» di sempre da Rolling Stone. Eppure il suo suono è pacato tranquillo, ora acustico ed ora elettrico, che rifugge il virtuosismo fine a se stesso per ricamare complesse trame tra grazia melodica, abbellimenti folk, colori sgargianti e passaggi cupi ed oscuri. Thompson viene dalla gloriosa tradizione dei Fairport Convention - grandi aedi con i Pentangle del folk inglese - (nella band nomi storici come Dave Mattacks e Dave Swarbrick) con cui ha inciso album come Unhalfbricking, Full House e soprattutto Liege&Lief. I Fairport, seppur innovatori della tradizione, stanno subito stretti allanarchia sonora di Thompson; lui li lascia nel 1971, ma la sua carriera solista parte due anni prima. «Non amo ripetere i classici, io vivo per scrivere canzoni legandomi al passato e riflettendole nel futuro», ha sempre detto. Il debutto, Henry the Human Fly, rispetto ai fasti del passato coi Fairport, è un flop pazzesco. Cercando una nuova strada tra folk, rock e sperimentazione, lalbum è considerato dalla Warner Bros «il più grande insuccesso mai pubblicato».
Da qui inizia il suo percorso di gran classe, di qualità artistica e di scarso successo commerciale, spesso in coppia con la moglie Linda (dischi come I Want To See the Bright Lights Tonight e Hokey Pokey). Impossibile raccontare in pochi tratti la sua storia, i suoi salti da un genere allaltro (dalle arie medioevali a Hoagy Carmichael, compreso labbandono della carriera per entrare - nei primi anni Settanta! - in una comune mistica sufi), le sue collaborazioni con artisti della sua epoca come John Martyn e Nick Drake o epigoni come Bonnie Raitt o ancora con lavanguardia dei Golden Palominos e dei Pere Ubu.
Richard Thompson
Teatro Manzoni
Lunedì alle ore 21
Info: tel. 027636901
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.