«Chiunque sarebbe meglio di Brown»

VERDETTO La bocciatura degli elettori giunge mentre il premier annuncia nuovi tagli

«Chiunque sarebbe meglio di Brown»

LondraRisparmiateci Brown, please. È un verdetto senza scampo quello espresso dal 48% degli intervistati nell'ultimo sondaggio Populus per il Times. A circa nove mesi dalle prossime elezioni politiche quasi la metà degli elettori è convinta che «chiunque» sarebbe in grado di far meglio come primo ministro laburista. Sull'alternativa non c'è accordo, ma quello che è certo è che in questo momento Gordon ha pochi amici. Soltanto un terzo degli elettori crede che l'ex cancelliere di Blair sia il migliore leader attualmente sulla piazza.
Gli sconfortanti risultati sono stati pubblicati proprio nel giorno dell'intervento di Brown alla Conferenza dell'Unione dei Sindacati, già pronti a dichiarare guerra al governo che si accinge a programmare tagli consistenti nella spesa pubblica. Sebbene non trapelino indiscrezioni sulla volontà di spingere il premier a dimissioni anticipate, appare quindi già chiaro che in caso di vittoria alle prossime elezioni, difficilmente Gordon sarà chiamato a guidare il prossimo mandato. Per quanto riguarda gli indici di gradimento, rispetto a luglio i laburisti hanno riguadagnato un punto percentuale, ma rimangono a quota 27%, staccati di 14 punti dai conservatori al 41%. Se gli inglesi dovessero andare a votare adesso, l'esito sarebbe scontato e comunque una vittoria del Labour nei prossimi nove mesi rimane alquanto improbabile. Finora nessun partito è mai riuscito a rimontare tanti punti in così poco tempo. Ed è opinione abbastanza diffusa che, stando così le cose, l'opposizione del rampante David Cameron possa conquistare la maggioranza in Parlamento abbastanza facilmente.
La campagna elettorale del resto è già iniziata proprio alla conferenza dei sindacati dove ogni partito sta esponendo il proprio programma economico. E sicuramente Brown ieri non ha potuto dire quello che il pubblico avrebbe voluto sentire. In una relazione scomoda ha pronunciato parole come «taglio dei costi, eliminazione delle inefficienze e dei programmi inutili, riduzione dei budget a bassa priorità». Il primo ministro ha parlato della necessità di effettuare delle scelte difficili dovunque queste si rendano necessarie senza riguardo per nessuno. Parole che hanno lasciato freddina la platea peraltro preparata all'intervento tanto che sono già stati preannunciati degli scioperi nel caso il governo fosse in procinto di mettere a rischio dei posti di lavoro nel settore pubblico. Molte perplessità da parte delle rappresentanze dei lavoratori sono state anche espresse riguardo al piano del governo per i prossimi prepensionamenti nella pubblica amministrazione. Come se non bastasse, il partito di maggioranza potrebbe dover affrontare in futuro la minaccia di una fusione tra due associazioni sindacali che sono anche due dei suoi maggiori finanziatori, la Gmb e la Union.

Un accordo in questo senso garantirebbe ai sindacati sempre maggior potere in tutte le negoziazioni con il governo.
In questo scenario abbastanza desolante, a Brown rimane un’unica consolazione. Gli elettori non hanno ancora scelto il suo successore.

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