Roma

Chung torna a S. Cecilia per la Prima di Bruckner

Per Myung-Whun Chung - che da domani a martedì 12 maggio dirige, nella stagione sinfonica dell'Accademia, la Sinfonia n.7, la più nota di Anton Bruckner (Luchino Visconti l’adottò come colonna sonora del suo celebre film Senso) - si tratta di un ritorno sul podio dell’Orchestra di Santa Cecilia che, per otto anni (fra il 1997 ed il 2005), aveva guidato da direttore principale, accompagnandola anche nel non facile trasloco dal vecchio Auditorium di via della Conciliazione al nuovo e più grande del Parco della Musica di Renzo Piano. Furono anni di intenso lavoro per il direttore coreano come anche per l’Orchestra che Chung ringiovanì e rinnovò in diversi settori, portandola a livelli qualitativi soddisfacenti. Oggi, alla sua prima prova, dopo quattro inutili anni di assenza forzata, Chung, appena entrato in sala grande, ha cominciato a stringere le mani a tutti, uno per uno; poi a un certo punto ha smesso, giustificandosi: «ci vorrebbe un’altra prova per stringere le mani di tutti». S’è guardato intorno, ha salutato dal podio tutti gli strumentisti che conosceva, poi ha detto di vedere molte facce nuove (l’orchestra oggi è rinnovata in buona parte, rispetto a quella che Chung aveva lasciato) e poi ha attaccato la Sinfonia n. 7 di Bruckner. Ha provato il primo e secondo movimento e, prima della pausa, ha riconosciuto pubblicamente all’orchestra che suonava molto bene e, per questa ragione, ha annullato la prova serale. La qual cosa rende sempre molto felice un’orchestra.
Ma allora perché il feeling fra il direttore coreano e l’orchestra romana si ruppe traumaticamente nei primi mesi del 2003? Ripercorriamo la storia di quel divorzio, solo apparentemente consensuale, strettamente legato al trasferimento dell’orchestra al Parco della Musica, e ancor più ai non idilliaci rapporti fra Chung e Luciano Berio, allora sovrintendente dell’Accademia.
La causa scatenante viene fatta risalire ad un bis, e, per giunta, al bis più popolare della storia del melodramma: Va’ pensiero dal Nabucco di Giuseppe Verdi. Chung lo voleva - perché no, dal momento che l’Orchestra ed il Coro glielo avevano espressamente chiesto? - Berio no. Ma Chung seppe del no di Berio, a pochi minuti dall’inizio del concerto inaugurale dell’Orchestra nel nuovo auditorium, il 22 dicembre 2002. Berio bussò al camerino del direttore e gli intimò: quel bis non s’ha da fare. Il divieto come anche il modo non andò giù a Chung, il quale dopo otto anni di permanenza a Roma meditò di cambiare aria. Tra i due c’erano stati altri elementi di dissidio, Berio ammetteva - come sa bene chi l’ha conosciuto - di mal grado il confronto; voleva essere lui, solo lui a comandare e chi non si atteneva alla regola, rischiava di avere vita difficile.
A febbraio del 2003 vi fu il concerto che segnò il trasferimento definitivo nel nuovo Auditorium; ancora Chung sul podio. In quei giorni il direttore coreano, con una lettera inviata all’Orchestra rese nota la sua decisione di voler lasciare al termine del secondo mandato da direttore principale, e solo pochi giorni dopo venne l’annuncio ufficiale della nomina del nuovo direttore musicale dell’Accademia: Antonio Pappano. Ma troppo pochi giorni erano passati dalla lettera di Chung alla notizia dell’arrivo di Pappano. Infatti le trattative con Pappano erano state avviate molto prima che Chung avesse manifestato la sua volontà di lasciare. Pappano, che aveva incontrato alcuni dirigenti dell’Accademia, s’era dichiarato disponibile all’incarico. Ma Berio, consigliato dall’avvocato Vittorio Ripa di Meana allora consigliere d’amministrazione dell’Accademia, aveva tenuto segreta la nomina di Pappano, temendo che Chung potesse chiedere i danni, per non essere stato consultato. Una volta che il direttore coreano aveva deciso di lasciare, venne ufficializzata la nomina del suo successore. Sia Chung che l’Orchestra vennero a sapere di Pappano dai giornali. Berio non li aveva consultati. E a Myung-Whun Chung, tolse anche l’inaugurazione delle stagioni successive. Poi Berio morì e arrivò Bruno Cagli, ma Chung andò via amareggiato. Per la cronaca, al suo concerto di commiato (giugno 2005, con la Sinfonia n.9 di Gustav Mahler, la sinfonia di «commiato» di Mahler), Chung fu salutato calorosamente dall’orchestra ed anche dal pubblico, riconoscenti. Ora quel filo, ingiustamente interrotto, viene finalmente riannodato.
Auditorium. Sala Santa Cecilia. Domani (ore 18), lunedì 11 (ore 21), martedì 12 (ore 19.30). Info: 06.

8082058.

Commenti