«Ci sembrava d’essere in guerra»

Non si sente un eroe. Non gli era mai capitata un’avventura simile in tanti anni di comando. Ma in quei momenti ha mantenuto un sangue freddo incredibile. Ciro Pinto, il comandante della Melody, ritrova la forza di raccontare quei minuti di assedio solo a distanza di ore. «Mi sembrava di essere in guerra», è la prima frase che trova per riassumere la serata da incubo. «Non ho subito sentito sparare, non ero sul ponte di comando quando la vedetta ha avvistato il gommone, sono corso su appena ho capito che stava accadendo qualcosa», spiega raccontando che l’equipaggio non si basa solo sugli strumenti. «Un gommone come quello che ci ha attaccato non sarebbe stato rilevato - continua -. Abbiamo sempre qualcuno che controlla a vista». Ovviamente la barca dei pirati è stata notata solo quando c’era poco tempo prima del tentativo di abbordaggio. Pochi istanti, in cui però il comandante Pinto è riuscito a evitare l’assalto dei pirati.
Sembrava una serata tranquilla. «Sappiamo dell’esistenza di questi pirati, ma l’area in cui ci trovavamo non era considerata a rischio - ricorda il responsabile della Melody -. A bordo c’erano diverse attività di intrattenimento. C’era un concerto all’aperto». Il primo pensiero è stato quello di mettere in salvo i passeggeri. «Tutti sono stati accompagnati nelle cabine, abbiamo chiesto di chiudere le loro casseforti e di attendere una mia nuova comunicazione prima di uscire - prosegue il racconto di Ciro Pinto -. È andata bene, anche per i passeggeri è stata una brutta esperienza, ma l’importante è che non ci siano stati feriti. Nessuno si è fatto male».
Le luci sono state spente per impedire ai pirati di avere punti di riferimento. «Ma sono rimaste accese tutte le luci interne, non visibili attraverso gli oblò, per evitare problemi ai passeggeri», precisa il comandante.
Poi c’è stata tutta la fase di reazione all’attacco. Con l’acqua sparata contro la scaletta di alluminio, le manovre per impedire al gommone di accostare, le ripetute virate per rendere pericolosa ogni azione troppo ravvicinata. E i colpi di pistola. Ma Pinto preferisce guardare oltre la terribile esperienza. E il pomeriggio successivo alla grande paura ha solo un pensiero in testa: «È andato tutto per il meglio, abbiamo ripreso la crociera e la normale vita di bordo. Ora i passeggeri sono in piscina, si sentono tranquilli. Abbiamo solo quattro ore di ritardo sulla tabella di marcia, qualche segno di proiettile sulla fiancata e su una scialuppa».
Per aver vissuto una mezz’ora «come in guerra» Ciro Pinto è decisamente sollevato. Anche perché dalla Msc, la compagnia di navigazione armatrice della Melody, arrivano solo complimenti. «Ha eseguito alla perfezione le procedure, ha facilitato il buon esito della situazione - fa notare Domenico Pellegrino, direttore generale della Msc -. Ora la nave sta seguendo un itinerario di sicurezza, sotto il coordinamento del comitato interforze di Dubai».

Poi le parole dell’armatore, Gianluigi Aponte: «Siamo molto orgogliosi. Il nostro equipaggio ha dimostrato di saper gestire prontamente l’emergenza. Anche in una situazione così critica il personale di terra e di bordo ha dimostrato grande professionalità ed estrema lucidità».

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