Ci sono donne forti che festeggiano salendo su un ring

Alla vigilia dell'8 marzo, stasera alle 20.30 il Pala Iseo di Milano festeggerà la festa della donna con Queen of Queens 2009, serata di sport da combattimento nella quale tra le sedici corde si avvicenderanno solo esponenti del "gentil sesso", con in palio anche il titolo italiano. Madrina della serata un'atleta d'eccezione: la principessa Stefania Bianchini, pioniera degli sport dal combattimento (prima nella kick boxing, poi nel pugilato) con una collezione di titoli mondiali che l'hanno resa un'autentica icona di tutto il movimento dei guantoni in rosa.
Stefania, nel 2004, alla prima edizione era tra le atlete in gara, mentre ora parteciperà in veste di presentatrice: «Non sto invecchiando, è semplicemente accaduto che nel 2005 ho abbandonato la kick boxing per dedicarmi anima e corpo al pugilato, quindi direi che ormai sono fuori dai giochi. In più dopo il match dello scorso ottobre al Palalido, ho deciso di concedermi un bel periodo di riposo. Sentivo la necessità di staccare per qualche mese, in fin dei conti sono diciassette anni che combatto ininterrottamente. Questa pausa mi sta servendo anche per prendere tempo e riflettere su cosa poter chiedere ancora alla mia carriera».
Quando iniziò a combattere non esisteva un movimento femminile, ora quante atlete: «Molte delle ragazze che saliranno sul ring in questo evento hanno cominciato dopo avermi visto combattere. Sapere di essere stata d'esempio per loro è motivo di grande orgoglio. Il movimento è in crescita, a Milano e in tutta Italia. Anche se ancora non ci sono in circolazione grandissimi talenti, trovo molto importante che il movimento di base stia crescendo numericamente. È importante che sempre più donne si avvicinino a questo sport, così da creare i presupposti culturali per togliere finalmente di mezzo i troppi pregiudizi che aleggiano sulle discipline da combattimento, soprattutto al femminile. Non esistono sport femminili o maschili, lo sport è neutro a prescindere. Io non mi sento per niente un maschiaccio e sono convinta che boxe e kick boxing non tolgano assolutamente femminilità: sul ring sei quello che sei, al di là del tuo sesso».
Negli ultimi tempi dilagano gli episodi di violenza sulle donne, suggerimenti per difendersi? «La difesa personale è un concetto delicato.

L'abitudine a combattere può essere utile in certi casi perché regala un senso di sicurezza, ma bisogna comunque usare molta cautela: fronteggiare un aggressore è differente dal salire su un ring contro un'avversaria. La risposta violenta può essere pericolosa. Dipende tutto da cosa c'è in gioco, se si tratta del portafogli o dell'incolumità personale».

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