«Ci sono troppi abusivi, colpa di Ferrante che non prese decisioni»

«Una delle situazioni lasciate in sospeso dall’ex prefetto»

(...) dare è stata bloccata dall’ex prefetto». Sì, Bruno Ferrante «non ha dato corpo e sostanza a quella strategia di coordinamento interforze che da Palazzo Marino era stata reclamata, sin dallo scorso settembre» annota l’assessore al Commercio. Intervento repressivo richiesto perché l’illegalità non la facesse da padrona anche quest’anno, «evidentemente però l’ex prefetto non voleva passare dalle parole ai fatti, come ha fatto su altri fronti ambrosiani».
Ma, attenzione, la valutazione politica firmata da Predolin va accompagnata anche dalla lettura dell’atto di diffida che i titolari degli esercizi commerciali di via Caminadella, Lanzone e Novati hanno inviato nei giorni scorsi all’assessore. Si tratta di una vera e propria denuncia «dell’isola di illegalità e pericolo che si crea a Milano per quattro giorni». Quattro paginette che raccontano «come in clamoroso dispregio sia delle norme nazionali sia dei regolamenti comunali si concretizzino situazioni di estremo pericolo per la sicurezza del quartiere, impedendo tra l’altro qualsiasi intervento d’emergenza per ambulanze, pompieri e forze dell’ordine».
Preoccupazione che si tocca con mano sia «nella parte finale della via Caminadella dove c’è un vero e proprio “imbuto”», sia «lungo le strade dietro la basilica di Sant’Ambrogio, dove lo scoppio di una qualsiasi delle stufe e stufette alimentate a gas - usate dagli abusivi per scaldarsi e cuocere alimenti - potrebbe provocare una vera e propria strage». Virgolettati di un timore condiviso da Predolin, «basta un niente e, oplà, ci scappa il morto», che riafferma la disponibilità dell’amministrazione comunale a trovare una soluzione «definitiva del problema» per l’edizione 2006 della fiera. Impegno che, comunque, il Comune affronta oggi impegnando sul posto qualcosa come centoventi agenti di polizia locale spalmati sull’arco delle ventiquattr’ore.
Agenti che, pomeriggio di ieri, presente l’assessore Predolin, allargavano le braccia come risposta ai cittadini che ne reclamavano l’intervento in via Lanzone: «Siamo nella terra di nessuno». Risposta che al di là delle apparenze non è affatto insensata: «Difficile intervenire all’ultimo minuto, quando le belve sono entrate nell’arena. Certo, siamo qui per vigilare e prevenire ma questi abusivi sono davvero troppi ovvero servirebbe anche il sostegno delle forze dell’ordine» osserva un ghisa.

Quelle «forze» in campo ma senza quel mandato di intervento che Ferrante aveva garantito. E che, nessuna sorpresa, i residenti reclamano «augurandosi Cofferati come sindaco». Che non è certo il soprannome del candidato del centrosinistra.

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