Roma - "Mi auguro che quello che ha detto Fini sui 5 punti" programmatici "sia una linea positiva di appoggio in Parlamento e non una tattica di logoramento nei confronti del governo questo lo capiremo". Lo ha detto il capogruppo del Pdl alla Camera, Fabrizio Cicchitto, ospite del Tg1, rispondendo alle parole del presidente della Camera, Gianfranco Fini, dal palco di Mirabello. "Verificheremo su 5 punti programmatici se c’è una maggioranza", ma intanto "Fini dovrà riflettere sulla congruità di essere leader di una formazione politica con il suo ruolo di presidente della Camera".
La Russa: il nostro generale ha cambiato bandiera "Non sono i colonnelli che hanno cambiato generale ma è «il nostro generale che ha cambiato bandiera", dice il ministro della Difesa Ignazio La Russa che risponde alle accuse rivolte da Fini agli ex vertici di An. "I colonnelli - sottolinea il ministro - non hanno cambiato generale, anche perchè è stato lui ad indicarci Berlusconi come leader. Piuttosto abbiamo preso atto con profonda tristezza che il nostro generale ha cambiato bandiera". "E forse - conclude - è pronto a cambiarla ancora". La Russa sottolinea di non aver ascoltato il discorso in diretta, «perché - dice- avevo la pretesa di sapere, fin da ieri, cosa avrebbe detto". E il discorso, secondo il ministro ha confermato quel che già sapeva e cioè che da Fini non è arrivata "nessuna scelta" ma soltanto un "ping pong tra una lisciata e l’altra, tra una marcia avanti e una indietro". Da parte del presidente della Camera, insomma, non c’è stata "nessuna decisione se tornare indietro o fare un nuovo partito». «Non ha dato nessuna risposta - conclude il ministro della Difesa - forse perche viaggia ad una velocità più lenta dei suoi vagoni e deve equilibrare le posizioni di chi vuole rientrare nel partito e di coloro che vogliono farne un altro". E comunque, assicura La Russa, "da parte nostra conteranno soltanto gli atteggiamenti parlamentari2.
Gasparri: noi coerenti, lui risponda ai giornali "Noi non abbiamo cambiato le nostre idee. Fini invece sì, a partire dall’immigrazione e dalle coppie di fatto di cui non ha parlato. Fini ha fatto un frullatore tra Almirante e le bandiere di associazioni gay...." dice il capogruppo del Pdl al Senato Maurizio Gasparri commenta al Tg1 il discorso di Fini. "La nostra coerenza - sostiene - è nei fatti. Fini parla di infami campagne di stampa ai suoi danni e di codice etico; ma risponda ai giornali che gli fanno domande su dei beni che appartengono a una storia e ad una comunità che rispettiamo. La gente giudicherà l’incoerenza delle sue affermazioni ridicole. Noi non cambiamo strategia e andremo sui fatti in Parlamento. La difesa dei valori e dell’etica prima di essere citata va praticata anche rispondendo ai giornali. In ogni caso, dopo i comizi a parlare saranno i voti in Parlamento".
Napoli: così punta al voto "Il discorso di Fini a Mirabello ha indicato un orizzonte ben chiaro: il voto anticipato. Il presidente della Camera ha rivendicato per sè il copyright del Pdl spingendosi a dire che senza di lui il Pdl non esiste più. Ha attaccato il governo su tutto il fronte: dalla politica economica a quella sociale alla politica estera. Mi sembrano del tutto ipocriti e farisaici i suoi riconoscimenti alle cose ben fatte dall’esecutivo visto che ha elencato soltanto le insufficienze e le inadeguatezze", commenta Osvaldo Napoli, vicepresidente dei deputati del Pdl. "Fini in sostanza ha invitato Berlusconi a passare sotto le forche caudine di Futuro e libertà. Anzi, a vivere sotto le forche caudine di una verifica permanente e ininterrotta. Insomma, il governo dovrebbe, nelle intenzioni di Fini, mettersi agiatamente sulla graticola e farsi cuocere lentamente in attesa che Fini e il suo partito abbiano messo a punto la strategia politica. È evidente, di questo passo, che le urne sono oggi più vicine. Il patto di legislatura cui ha alluso Fini -conclude Napoli- assomiglia tanto a un coltello puntato alla gola del governo e della maggioranza. Con questo spirito non c’è da scommettere neanche un centesimo sulla durata della legislatura".
Capezzone: deludente, solo antiberlusconismo "Il discorso di Gianfranco Fini è deludente. Nessuna spiegazione convincente sulle vicende che lo riguardano; antiberlusconismo costante e quasi ossessivo; insulti e offese contro il Pdl e contro la stampa che a Fini non piace. Con queste provocazioni non si va lontano". Dura la reazione del portavoce del Pdl Daniele Capezzone. "Gli italiani - spiega - potranno presto vedere se, dopo queste pessime parole, i parlamentari vicini a Fini avranno la lealtà di rispettare il mandato ricevuto dagli elettori, e se voteranno o no i provvedimenti del Governo. Ma questi attacchi costanti contro Pdl, Governo e maggioranza non promettono nulla di buono, e confermano la deriva dei mesi passati".
Matteoli: "Non è vero che il Pdl non esiste più" "Premesso che non è vero che il Pdl non esiste più per la semplice ragione che Fini non rappresenta tutta quella destra di cui ha parlato oggi, ma solo una piccola porzione, il presidente della Camera non può affermare di voler ricreare attorno a se stesso un nuovo Pdl, senza essersi prima confrontato con gli elettori. E per far questo è necessario creare un nuovo partito". Lo dichiara il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Altero Matteoli. "Questo", prosegue l’esponente dell’esecutivo, "è l’aspetto di maggiore negatività nel suo discorso. D’altronde da un comizio, in cui doveva lusingare quanti lo hanno seguito, non ci si poteva aspettare marce indietro ma un pò più di chiarezza questo sì. Per il resto, mi pare che abbia complessivamente apprezzato l’attività del governo seppur con qualche distinguo. In sostanza", conclude Matteoli, "non mi pare che l’intervento di Mirabello abbia contribuito a chiarire la situazione politica, destinata ad essere chiarita solo dopo i previsti passaggi parlamentari che contano più di ogni altra manifestazione".
Bonaiuti: nessuna dichiarazione del premier "Berlusconi non fa nessuna dichiarazione e se ci saranno le solite indiscrezioni di fantasia saranno smentite". Così Paolo Bonaiuti, portavoce del presidente del Consiglio, raggiunto telefonicamente, risponde a chi gli chiede se il Cavaliere intenda commentare le parole di Fini.
Alemanno: "Chiarisca se resta al governo" "È irreversibile la fuori uscita di Futuro e Libertà dal Pdl, ma dall’altro lato c’è un margine per verificare se i finiani continueranno ad appoggiare il governo e per fare questo passo di legislatura". Lo ha detto il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, commentando il discorso di Fini a Mirabello. Il sindaco, da Parigi, dove accompagna il pellegrinaggio dell’Unitarsi, ha affermato che nel suo discorso Fini "ha fatto parlare più il risentimento verso Berlusconi e il Pdl che la politica". Secondo Alemanno ora "ci vuole un’estrema chiarezza per non lasciare zone d’ombra che finirebbero soltanto per creare un’agonia di governo e non una vera azione di riforma".
Storace: fossi Berlusconi lo caccerei "Berlusconi prenda il coraggio a due mani e dica a Fini: vattene a casa tua. Il patto di legislatura che significa?", dice il segretario de La Destra, Francesco Storace. "È solo politichese. Se stai nel Pdl stai dicendo al tuo partito che devi decidere tu e non chi ha i voti. Se fai un altro partito e non hai il coraggio di dirlo vuol dire che vuoi un governo di coalizione. È politichese". Storace, alla festa dell’orgoglio tricolore a Ponte Buggianese, ai giornalisti che gli chiedevano i suoi rapporti con Berlusconi ha detto: "Vverrà alla nostra festa di Taormina e sarà accolto meglio di come lo sarebbe stato a Mirabello", ricordando poi che "se alle regionali Berlusconi ha vinto è stato grazie al Lazio e al Piemonte dove La Destra è stato determinante». Per Storace, «ormai Fini con la destra non c’entra nulla". Il segretario de La Destra ha poi criticato la citazione di Fini della "lapidazione per la sua famiglia" riguardo il caso Montecarlo aggiungendo che ancora sta aspettando le risposte alle domande che gli ha posto riguardo la casa lasciata in eredità al Movimento Sociale Italiano.
Giro: non resta che fissare la data del voto "Quello di Gianfranco Fini Š un discorso che ci costringerà da domani ad avere nella mano
sinistra un palottoliere per pesare con esattezza la forza dei suoi gruppi parlamentari e nella mano destra il calendario per fissare la data delle prossime elezioni", aafferma il sottosegretario Francesco Giro, del Pdl.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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