Bob Dylan è il più impenetrabile fra i grandi cantori del nostro tempo ma, come dice il suo manager Jeff Rosen, «è maniacale nel prendere iniziative straordinarie per tutelare la sua immagine che così cresce costantemente di valore». Lultimo ventennio è stato davvero aureo per Bob; lasciando perdere il premio Pulitzer e tutti gli avvenimenti extramusicali, lultimo album Modern Times è volato in vetta alle classifiche e i precedenti, come Time Out Of Mind, hanno riscosso un unanime succeso di critica. Così Mr Dylan - senza rallentare il «tour senza fine» - pubblica in questi giorni Tell Tale Signs. Rare adn Unreleased. 1989 - 2006, doppio cd ricco di rarità e inediti. La settimana prossima uscirà la versione «de luxe», con un terzo cd di cammei, più la versione in quattro lp, visto che Bob sostiene da tempo che «i suoni dei cd cono atroci».
Inediti. Parola magica ma spesso segno di fregatura nel mondo rock. Qui si può andare tranquilli; ce nè davvero un bel campionario. «Molti di noi hanno paura di morire nel buio e non essere dove gli angeli volano», canta in Red River Shore, storia di cowboy dallarrangiamento vivace scartata da Time Out of Mind ma definita da Dylan e dai suoi musicisti «una delle canzoni migliori del cd». Misteri del marketing, ora il brano, un traditional, esce inedito in una versione smagliante. Da ragazzo Dylan idolatrava Woody Guthrie ma non dimenticava le radici nere del blues. Qui per la prima volta savvicina al «satanico» Robert Johnson rileggendo la sua 32 - 20, che con la sua voce odierna, a metà strada tra il rutto e il ringhio roco, non fa rimpiangere lasprezza delloriginale. E poi si butta sul pianoforte gospel, da ebreo «che bussa alle porte del Paradiso», per pennellare lenfatica Marchin to the City, gran ballata che si trasformerà nella nota Till I Fell In Love With You. E se non basta cè il Dylan romantico, tra Hank Williams il walzer e i Platters, che ondeggia tra i ricordi in Cant Escape For You, composta per un film mai realizzato.
Gran musica; un nuovo piccolo-grande squarcio a rinnovare la leggenda di un personaggio che è aedo rock e cantore bucolico, anticlericale e giullare di Dio, poeta maledetto e del sociale, cronista e visionario. Tutto e il contrario di tutto, spiazzare sempre e comunque ora con parole chiare ora con metafore oscure. Già nei primi anni Sessanta aveva descritto beffardamente le bizzarrie della sua poesia: «Sono un ladro di pensieri/non un sottrattore di anime/ho costruito e ricostruito sopra ciò che è in attesa/una parola una melodia una storia un verso/chiavi nel vento per disserrarmi la mente».
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