Cinamercato a Muggiò L’ordinanza del sindaco non ferma i cantieri

Franco Sala

Fermare i cinesi, al lavoro, con una semplice ordinanza del sindaco si è rivelata un’autentica utopia: va avanti, dunque, il piano degli orientali, che stanno definendo l’acquisto del Magic Movie Park di Muggiò. I cinesi, che avevano proposto una sorta di collaborazione con l’amministrazione, ora lanciano il guanto della sfida; non vogliono cedere, fino a quando non saranno certi di avere fatto quel che intendono fare: ovvero il «Cinamercato Milano», con almeno 250 negozi, un supermercato e un’attività per il commercio all’ingrosso. Sono pronti a posare sul tavolo della Tornado Gest, la società proprietaria del multiplex, un assegno da 40 milioni di euro. E c’è aria di battaglia legale.
«Se intendono aprire lo scontro non ci tiriamo indietro - assicura Song Zhicai, a capo del gruppo cinese -. I lavori sono bloccati? Guardate con i vostri occhi, proseguono a pieno regime. In ogni caso da parte nostra siamo sempre pronti a collaborare». Piuttosto che fermare i lavori pagano le multe.
Il capo della cordata cinese che gestisce tutta l’operazione è tranquillo perché, aggiunge, «noi i documenti che ci hanno chiesto li abbiamo prodotti, siamo in regola e non abbiamo nulla da nascondere». E aggiunge: «È chiaro che vogliono ostacolarci. Anche le accuse che l’insediamento andrebbe a turbare la qualità della vita sono offensive e non le possiamo accettare. I commercianti di articoli tessili a Muggiò sono una decina e noi siamo pronti a offrirgli una mano. Agli altri – è certo Zhicai - non daremo alcun fastidio».
Di fermare il cantiere, insomma, i cinesi non ci pensano proprio. Intanto il sindaco Carlo Fossati prepara le contromosse: «Firmerò il diniego della denuncia di inizio attività e se non saranno presentati tutti i documenti richiesti chiederemo attraverso un’azione penale di procedere alla confisca del cantiere e il conseguente blocco totale e definitivo dei lavori. Ci stiamo confrontando anche con i sindaci di Nova Milanese e Cinisello Balsamo. Inoltre intendiamo sollecitare un parere alla Regione».

I legali della Tornado anche loro alla carica. «Il Comune – dicono - sta facendo troppa confusione tra politica e imprenditoria. Il sindaco dovrebbe chiedere a tutti i cittadini se preferiscono pagare una giacca 200 o 20 euro».

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