Comè lItalia dei fratelli Vanzina raccontata in Unestate al mare? Un Paese dove le figlie si chiamano Jacaranda e Mirtilla, i padri hanno cellulari che come suoneria emettono un rutto, gli avvocati con studio ai Parioli nascondono un passato borgataro, le signore-bene con attico al centro una giovinezza da estetiste, i mariti sono cornuti, le moglie zoccole, i bambini grassi, tutti mangiano, tutti spendono, tutti si arrangiano, a occhio nessuno è felice... Ai critici il film non è piaciuto, al pubblico sì, visto che appena uscito è andato nel box office degli incassi e ha in fondo inaugurato lera del film cocomero, variante estiva del cine-panettone natalizio. Hanno ragione entrambi, addetti al lavori e spettatori: il film non è granché, ma un po di risate comunque le fa fare e poi in città fa caldo e nei cinema cè laria condizionata...
Secondo i Vanzina il successo è dovuto alla crisi italiana, quella nazionale, non quella cinematografica: ci vogliamo distrarre dai nostri guai, linflazione, il caro-vita, il futuro incerto, non vogliamo avere brutti pensieri. Nei periodi neri, insomma, ridere è una valvola di sfogo. Sarà anche così, ma è almeno dallinizio del secolo, il XXI naturalmente, che lItalia è in crisi, ovvero viene presentata e/o percepita come tale, eppure al cine-cocomero non aveva mai pensato...
Torniamo da dove siamo partiti. QuellItalia dei fratelli Vanzina raccontata in Unestate al mare è lItalia vera oppure no? Qui il discorso si fa scivoloso, poggiando oltretutto sul fragile scheletro di un film, gli autori non ce ne vogliano, non memorabile. E tuttavia sul piano del costume i nostri due non sono degli sprovveduti e vale la pena di rischiare.
Un elemento in comune di fondo è la volgarità. Siamo purtroppo diventati un Paese volgare per eccesso. Troppo lusso, troppa pacchianeria, troppi status symbol, troppo vorrei ma non posso... Un altro è una sorta di vitalismo cinico, nel senso che larte di arrangiarsi è divenuta ormai un mestiere che non ha però una sua professionalità. Ci re-inventiamo come idraulici, ci ricicliamo come avvocati, ci arrabattiamo come medici, ci gasiamo come magistrati, ci accontentiamo come giornalisti...
Ci fermiamo qui, perché poi a un cine-cocomero non si può e non si deve chiedere di più. Il seguito ai cine-panettoni del prossimo inverno. E buona visione a tutti.
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