«Il cinema non mi ha cambiato»

«Il cinema non mi ha cambiato»

Un anno memorabile. Difficilmente Federico Zampaglione e i Tiromancino dimenticheranno questo 2007. La band romana arriva oggi all’Auditorium, per presentare le canzoni del cd L’alba di domani. Un disco particolare, nato in contemporanea con il primo film da regista di Zampaglione, Nero bifamiliare, cui fa da colonna sonora.
Zampaglione, prevedeva questo successo?
«Quel che è accaduto con Nero bifamiliare ha dell’incredibile. Il film ha ottenuto nomination e premi in molti festival ed è stato lodato da Moretti e Monicelli. È stato acquistato in America, mentre il dvd va a ruba. È la conferma che quando si mette passione nelle cose, arrivano risultati».
Sono stati faticosi gli ultimi due anni?
«È stato un lavoro enorme, portato avanti con la preziosa collaborazione di Rudolph Gentile. Rimanere lontano dal palco per due anni è stato un grande sacrificio. In più, mi sono dovuto confrontare con un mondo nuovo. Tante persone non hanno capito la mia scelta, hanno pensato che il salto nel mondo del cinema fosse un rischio troppo alto, ma i fatti mi danno ragione. Il film è andato bene e il cd è la colonna sonora italiana più venduta degli ultimi dieci anni».
Ora finalmente può tornare alla musica. È un tour diverso dai precedenti?
«Sono concerti più energici e di grande impatto. Sia noi sia il pubblico ci stiamo divertendo molto: c’è un notevole scambio di energia. In scaletta abbiamo anche il classico dei Cream Sunshine of your love, che si amalgama perfettamente con i miei pezzi riarrangiati. Ci sono più chitarre, c’è più funk, c’è un grande lavoro sulle luci e sui cromatismi che regala atmosfere psichedeliche. Ho deciso che registrerò il concerto di Roma perché erano anni che aspettavo di incidere un disco dal vivo e finalmente è giunto il momento».
Suonare «in casa» dà un’energia particolare?
«Tornare a Roma dopo due anni è una grande emozione. È il posto dove tutto è nato e so di trovare un pubblico affezionato. So anche che con L’alba di domani i miei ascoltatori sono cambiati: le sonorità più rock e i messaggi che trasmettiamo hanno incuriosito una fascia più giovane».
È stato difficile rinunciare al contatto con il pubblico per due anni?
«È stato difficile e anche un po’ folle dal punto di vista commerciale. Due anni fa era uscito il greatest hits dei Tiromancino, che aveva creato grande attesa per un tour. Rinunciare a quei concerti, per la voglia di evolversi, è stata una scelta che in tanti non hanno capito. Quando ho deciso di cambiare strada, piuttosto che raccogliere i frutti di quel successo discografico, qualcuno ha pensato che fossi impazzito. Dopo la raccolta ho riseminato subito. E i frutti si sono visti».


I fan romani e laziali dei Tiromancino che non si accontentano del concerto all’Auditorium avranno altre due occasioni ravvicinate per ascoltare il nuovo sound della band. Domani il gruppo di Zampaglione sarà al Neapolis festival, alle pendici del Vesuvio, e martedì a Pomezia.

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