Cinque firme più illustri delle altre

Cinque firme più illustri delle altre

(...) nomi anche loro di lusso: Ernesto Galli della Loggia, Monica Maggioni, Ilvo Diamanti, Annalena Benini. E onore massimo (premio internazionale «Isaiah Berlin») al fondatore, editore e direttore (basta così?) del quotidiano spagnolo «El Mundo», grande amico della Minervino e, pare, innamoratissimo di Santa come pochi, Pedro Josè Ramirez.
Pubblico delle grandi occasioni, Villa Durazzo straordinaria nel suo antico splendore, belle donne, imprenditori attenti, applausi sia di destra che di sinistra. Curiosità oltreché per gli interventi (in verità abbastanza scontati) dei grandi e illuminati direttori, anche per la vertiginosa scollatura di Annalena Benini che sarà certamente, come ha detto Mieli «la più grande promessa già mantenuta del giornalismo italiano», ma apprezzata soprattutto per la floridezza delle sue forme. Non parliamo poi di Monica Maggioni, una vera regina da passerella, elegante, chic, alta, eccitante, assaporava i bignè del buffet con tale morbidezza che un play boy di lusso diceva: «Possibile abbia passato tanto tempo nella polvere di Baghdad?».
Divertenti gli stimoli che la Minervino ha dato ai suoi amici per cavar fuori qualche interessante riflessione sul momento politico-economico e sociale del nostro Paese. Ad esempio: perché vogliono tutti «scalare» il «Corriere della Sera»? Hanno sorriso tutti. Perché? Mieli, come sempre, ha fatto un bellissimo «slalom» alla maniera del vecchio Thoeni. Mentre Feltri ha colorato il suo intervento con belle immagini. E tant’è è finito per dire qualcosa sul suo «amico», il santone Eugenio Scalfari: «Un bel giorno Scalfari voleva fare Le Monde, ma si era accorto che non c’erano giornalisti francesi. Oggi vuole spiegare anche come si fa il Papa!». Molto divertente davvero questo amico dei «bamba» come chiama lui i nostri politici.
Riotta che si è presentato con uno zainetto da «no-global» è stato però molto sobrio e, con malizia, ha ricordato quando era al «Corriere»: lui aveva una stanzetta piccola, piccola, ma era vicino al grande Mieli che viveva praticamente in una stanza-appartamento. Risate generali. Piacevole Ilvo Diamanti, luccicante nella sua pelata, ha sostenuto che il suo modo di scrivere non piace, ma i contenuti invece sì. Qualcuno, diffidente, gli ha anche scritto per sapere se ha fatto il liceo classico. Con una camicia inguardabile è riuscito comunque ad avere grande successo il premiatissimo Pedro Josè Ramirez. Ha accanto la sua sorridente consorte (dicono una delle più prestigiose stiliste spagnole) che elogia i colleghi e il giornalismo italiano. E inneggia alla libertà.
Premi a iosa: tutti vogliono premiare Monica Maggioni. Fede preferisce la Benini (Diana, sua moglie, lo scruta abbastanza torva), finisce che l’elogio della ragazzina de «Il Foglio» lo fa Mieli, da buon papà. Poi sarà Sorgi, con il suo fare un po’ inquietante, ad intrattenerla davanti al buffet con riflessioni di alto impegno culturale.
Grande festa, dunque, con la gioia del sindaco Marsano (davvero complimenti) e la soddisfazione di due straordinarie «manager della comunicazione» (Patrizia Berninsone, certamente fra le più preparate professioniste del settore, oltreché molto chic nel suo look piacevolmente casual e Cristina Bagnasco, che fatica nel sistemare gli ospiti ai tavoli sontuosamente imbanditi per la cena).
Molto affascinato soprattutto da Fede il Puny, ristoratore vip (pensava ci fosse con Emilio anche Berlusconi...), l’avvocato Mario Sguerso, lievemente in ritardo l’ex sindaco Pericu, mai visto così sorridente, disteso e abbronzato da quando ha lasciato Tursi. Sobria la presentazione del «conduttore del futuro» Marco Gotelli. Buste consistenti ai premiati: 5.000 euro ciascuno, solo alla giovane Benini 2.500 (dovrà farsi ancora un po’). Spese, soggiorno agli amici della giuria e un gettone di circa 2.000 euro. Niente male.

Resta il grande successo del Premio: e la sensazione che Santa sia davvero tornata ad essere la capitale della cultura e del giornalismo. Sotto la luna, alla fine, l’abito fucsia della Minervino si illuminava d’immenso...

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