Cintura di castità, protesta shock dei padri separati

Un invito alla «purezza» per i turisti stranieri in arrivo: «Attenzione a far figli qui, ve li tolgono o ve li rapiscono»

Hanno indossato cinture di castità, in alluminio e con lucchetto, per rivendicare ancora una volta i loro diritti sull’affido condiviso dei figli e per sollevare l’attenzione contro i rapimenti dei figli da parte dell’ex coniuge.
All’insegna dello slogan «Italia: no family zone», è la singolare protesta messa in atto ieri mattina, agli arrivi internazionali dell’aeroporto di Fiumicino, tra la curiosità dei viaggiatori, da una quindicina di padri separati, aderenti alle associazioni «Figli Negati» e «Caro Papà», riuniti nel movimento «Armata dei padri», invitando alla castità gli stranieri che arrivano a Roma. «Solo così - spiegano - potranno evitare che la madre, in caso della nascita di un figlio, possa rapirlo». Con striscioni e cartelli, e indossando t-shirt e cappellini bianchi con al centro un cuore rosso e slogan tipo «Papà c’è, i figli no», hanno così provocatoriamente indossato la cintura, su una calzamaglia nera, per sensibilizzare i viaggiatori in arrivo, distribuendo anche volantini in italiano e inglese, sui motivi della loro protesta, che cade - è stata la scelta del movimento - nella data della Giornata mondiale dell’infanzia.


All’iniziativa erano presenti papà che non vedono da anni i loro figli. Tra questi, Salvatore Gallo, papà di Torre Annunziata, che non vede i tre figli da 9 anni, o la mamma di Fabrizio Infante, romano, che non vede la figlia da tre anni.

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