Cisl e Uil, patto sul fisco con il governo

RomaCisl e Uil cercano «alleanze forti» per riformare il fisco. E dalla loro parte trovano il ministro dell’Economia Giulio Tremonti e anche le associazioni datoriali, Confindustria in testa. I sindacati hanno deciso di puntare sulla riduzione delle tasse e ieri le due confederazioni che sono più in sintonia hanno detto come vorrebbero attuarla. Nella proposta di Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti c’è un aumento della detrazione da lavoro dipendente, la sterilizzazione dell’effetto del fiscal drag (il maggiore prelievo fiscale per effetto dell’inflazione), ma soprattutto il taglio dal 23 al 20 per cento e dal 38 al 36 per cento della prima e terza aliquota Irpef. Poi l’aumento degli assegni familiari, l’armonizzazione della tassazione sulle rendite e la incentivazione del secondo livello di contrattazione.
Il ministro dell’Economia ha risposto rilanciando la sfida ai sindacati proponendo «un avviso comune tra le parti sociali per il futuro del nostro Paese». Al centro del nuovo patto il fisco, che dovrà essere ritagliato su misura dei nuovi contribuenti, delle partite Iva, della famiglia. Il nostro sistema, ha ricordato Tremonti, ha le basi negli anni Sessanta. La ricetta per il nuovo fisco consiste in un sistema di premi e disincentivi, di bonus e malus. Da penalizzare «la speculazione finanziaria e il consumo ambientale, mentre i bonus vanno riservati a famiglie, lavoro, ricerca e ambiente», ha spiegato Tremonti parlando agli stati generali di Cisl e Uil. Sfida accettata anche dalle organizzazioni datoriali, da Confcommercio a Confindustria.
La presidente di viale dell’Astronomia Emma Marcegaglia ha chiesto una «riforma violenta della semplificazione» e ha giudicato il federalismo fiscale «una grande opportunità» per evitare sprechi della spesa pubblica e per combattere l’evasione. Gli industriali non si sono espressi sul merito della proposta, ma sono disponibili a «una riforma fiscale che premi chi lavora e chi fa impresa». Problemi, invece, con la Cgil di Guglielmo Epifani. Impossibile che le tre principali sigle marcino insieme, sostiene il segretario confederale Cgil Agostino Megale, secondo il quale la Cisl ha rotto l’unità sindacale proprio sul fisco. Il riferimento è agli incentivi al nuovo modello contrattuale, che il sindacato della sinistra ancora rifiuta. Per il resto le proposte di Cisl e Uil non sono molto diverse da quelle della Cgil, presentate lunedì scorso.
I sindacati non la pensano allo stesso modo sul come ottenere la riforma. «Per noi - ha spiegato Megale - è sempre stato chiaro che avanzare una proposta di riforma fiscale richiede obiettivi rivendicativi precisi, l’avvio di un confronto con il governo e l’essere capaci di assumere iniziative adeguate».

Quindi Cisl e Uil sarebbero troppo accondiscendenti con il governo perché non vogliono lo sciopero. Dura la replica di Bonanni: «Le battaglie non si fanno con i polveroni, ma con impegno costante. Siamo stufi di chi va sempre in cerca di cose superlative».

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica