Non è stata ancora definita la quantità e le modalità dei tagli presente nel nuovo piano sanitario regionale (modificato nuovamente la notte scorsa, sarà presentato al governo solo oggi) che già i sindacati annunciano battaglia. Lunedì si riunirà una segreteria unitaria tra Cgil, Cisl, e Uil ma la linea è chiara. «Siamo orientati a dichiarare lo sciopero dei lavoratori di tutto il comparto», annuncia il segretario regionale della Cisl-Funzione pubblica Claudio Federici. Il nodo più contestato è quello del blocco del turn-over.
Cosa comporterà per gli operatori del settore e per i cittadini, segretario Federici?
«Con il blocco delle assunzioni, perché di questo si tratta, andrà a farsi benedire la stabilizzazione del precariato prevista dallaccordo di novembre. Poi si abbasserà la qualità dei servizi, visto che già adesso si fanno tantissimi doppi turni, cè chi lavora fino a 18 ore di fila. E in futuro le cose peggioreranno. Basti pensare che per il 2007 avevamo proposte tremila assunzioni per coprire le carenze dorganico. Così si dovrà ricorrere alle cooperative e a nuove esternalizzazioni dei servizi».
Ma così non verranno aumentate le spese?
«Useranno un escamotage. Perché questi soldi in bilancio non finiranno nella voce personale ma in quella beni e servizi. Questo in barba a un altro accordo, quello dell8 gennaio in cui la Regione si impegnava a non appaltare i servizi e, anzi, a reinternalizzarli».
La sanità del Lazio ha uno spaventoso buco di bilancio. Il rischio è di far fallire le Asl. Quali sono allora le vostre soluzioni?
«Un serio piano di riorganizzazione servirebbe senz'altro. Ma bisognerebbe partire, per dire, dalla riconversione dei servizi per portarli sul territorio».
Un esempio?
«Potenziare lassistenza domiciliare, che è ancora insufficiente, per anziani o malati terminali. Si avrebbero due benefici, uno sociale, perché il degente potrebbe evitare il ricovero, e uno economico perché lamministrazione risparmierebbe molti soldi».
Il taglio dei posti letto, invece, potrà servire?
«Assolutamente no. Allungherà le liste dattesa e taglierà servizi ai cittadini senza ridurre significativamente il deficit. Anche perché il personale recuperato non basterà a coprire i vuoti nellorganico».
Altra questione, quella del taglio del 12 per cento dei fondi contrattuali.
«La Regione parla di riallineamento ma la cifra è proprio questa. Significa prendere i soldi in tasca al personale. Su questo siamo intransigenti anche perché la Regione non può togliere in alcun modo quanto previsto dal contratto nazionale di lavoro. Senza contare che i dipendenti delle Asl sono cittadini cui sono state già pesantemente aumentate le tasse comunali».
La mobilitazione è già stata decisa?
«La Cisl lunedì proporrà lo sciopero. Ma credo che anche gli altri sindacati siano sulla stessa linea. Restano da definire solamente le date e le modalità della mobilitazione».
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