Non saranno eterni come la città, ma ci stanno lavorando con impegno. Sono i milleduecento ultracentenari che abitano a Roma, quasi il doppio rispetto a Milano. Una piccola comunità dannata che regala il record di senilità alla Capitale, città che vanta il maggior numero assoluto di abitanti in «tripla cifra». Un fenomeno in crescita, grazie alla vita media in costante aumento, che ha costretto il Campidoglio a ripensare le proprie politiche sociali e a migliorare lassistenza domiciliare per la terza età, oltre a mantenere attivi gli anziani, impiegandoli in lavori socialmente utili.
Ma se la punta delliceberg sono appunto i 1.200 vecchietti di ferro (in particolare si tratta di signore, spiega il rapporto del Censis sugli anziani presentato ieri alla Sala del Cenacolo della Camera, e persone che quasi sempre abitano con i propri familiari), nella Capitale è sempre più larga la fascia di popolazione «over 65». Quasi un esercito in età da pensione, ha raccontato lassessore alle Politiche sociali del Campidoglio, Raffaella Milano, spiegando che allanagrafe sono ormai oltre mezzo milione, per la precisione 565mila, i romani che hanno già festeggiato il proprio 65esimo compleanno. E di questi, 40mila non sono più autosufficienti, parzialmente o totalmente. Cè chi conserva una più che dignitosa qualità della vita anche dopo aver virato la boa del primo secolo. Come per la signora di Trastevere citata proprio dalla Milano che «legge libri gialli e lavora a maglia», assistita con affetto dai suoi vicini di casa. Lavanzare degli anni non procede di pari passo allinvecchiamento percepito. Soprattutto a Roma e nel Lazio, dove più che altrove i nonni si sentono giovani. È così per il 76,9 per cento degli ultra60enni laziali, e la «sindrome di Peter Pan» resta su livelli alti anche quando il sondaggio prende in esame gli over 80, con un soprendente 54,5 per cento che continua a non sentirsi vecchio. Lindagine del Censis ha anche chiesto ai rappresentanti della terza età quali sono le «caratteristiche» della loro condizione. Scoprendo che il primo «effetto» del peso degli anni è limpennata di malattie e problemi di salute (in cima alla lista per il 48,1 per cento degli intervistati), seguito dal passaggio dal lavoro alla pensione (10 per cento) e dalla temuta perdita dellautosufficienza (8,7 per cento). Ma i supernonni di Roma hanno un problema in più rispetto ai loro omologhi della provincia: lo stress.
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