Clandestini, scontro Malta-Italia: respinta barca

Una motovedetta di Malta con a bordo i 66 immigrati soccorsi da un peschereccio tunisino la notte scorsa in acque di competenza maltesi ha tentato di dirigersi verso l’isola di Lampedusa. Le autorità italiane non ne hanno autorizzato l’ingresso nelle acque territoriali italiane

Clandestini, scontro Malta-Italia: respinta barca

Lampedusa - Se non si può parlare di un grave "incidente" fra Italia e Malta, poco ci manca. Ma quello che è avvenuto nel Canale di Sicilia fra la notte scorsa e questo pomeriggio rasenta il ridicolo. Ha ripreso la navigazione puntando sull’isola di Malta la motovedetta dell’isola dei cavalieri che questo pomeriggio ha tentato di "scaricare" a Lampedusa i 66 clandestini soccorsi nella notte in acque territoriali maltesi da un peschereccio tunisino. L’unità maltese non era stata autorizzata dalle autorità italiane ad entrare nelle acque territoriali del nostro Paese.

Lo scontro tra Malta e Italia Un gommone con 66 disperati, fra i quali due donne, rimasti "in panne", è stato soccorso la notte scorsa ad una settantina di miglia a sud di Lampedusa, ma in acque di competenza maltese la cui costa dista oltre 100 miglia dal luogo del "soccorso". Il peschereccio dopo aver preso a bordo i migranti ha proseguito la marcia lentissima, quattro nodi, in direzione Lampedusa. Come già accaduto con il caso della Pinar le autorità italiane hanno segnalato l’accaduto ai maltesi. Fino a questa mattina, pur avendo "preso in mano" la gestione del soccorso le autorità dell’isola dei cavalieri, però, gli immigrati sono rimasti a bordo del peschereccio che li aveva soccorsi.

La mossa di Malta Poi una motovedetta maltese li ha caricati e, anziché puntare verso "casa", cioè La Valletta, ha puntato dritto dritto verso la più grande delle isole Pelagie. E ciò perché i maltesi, pur avendo gestito l’operazione, ritengono che le persone soccorse debbano essere trasportate nel porto più vicino e cioè, Lampedusa. L’unità maltese è arrivata fino al limite delle acque territoriali italiane dove, ad attenderla, si sono poste due motovedette battente bandiere tricolore, una della guardia di finanza e l’altra della capitaneria di porto.

L’unità maltese, così come era avvenuto in precedenza per la "Cap Anamur" prima e poi alla Pinar non è stata autorizzata ed entrare nelle acque italiane. Questa volta, però, visto che non si trattava di pescatori costretti a subire le "bizze" di Italia e Malta, la motovedetta maltese ha fatto dietro front. 

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