Classica e mostre, a Stradella rivive il «Sociale»

Lo storico teatro, inaugurato nel 1843 sul modello della Scala, riapre il 25 aprile. Ci sarà anche il Museo della fisarmonica

Valeria Pedemonte

da Milano

Il sogno pragmatico di Pierangelo Lombardi, sindaco di Stradella sta per avverarsi: il Teatro Sociale riapre alla grande le porte, da troppo tempo chiuse. Il teatro chiuso e inutilizzato, era la spina nel cuore del sindaco, ma, dopo qualche fatale rinvio nel pieno della primavera, il 25 aprile, presenterà alla cittadinanza il suo fiore all'occhiello: un teatro perfettamente ristrutturato, dove si potrà cominciare a fare della vera cultura. Non è stato un lavoro facile e gli ostacoli da superare sono stati tanti (comprese le difficoltà promosse dai recalcitranti palchettisti), ma ora tutto sembra essere dimenticato.
Il Teatro Sociale era stato inaugurato nel 1843, su progetto dell'architetto Giovanni Battista Chiappa ed era sorto per volontà di un ristretto gruppo di benestanti locali, prevalentemente commercianti borghesi: vi si rappresentavano solo opere. Poi, dalla fine dell'800 entrò anche la prosa e l'operetta ed infine, malinconicamente, funzionò come cinematografo e sala da ballo.
Il Teatro Sociale di Stradella ha uno stile del tutto inconfondibile: neoclassico, segue come impianto architettonico e teatrale, i canoni dell'epoca. Il suo modello - si dice - è il Teatro alla Scala di Milano, anche se con dimensioni e dotazioni molto ridotte. Basti pensare che l'intero Teatro Sociale di Stradella è grande quanto il solo palcoscenico della Scala ed è in grado di ospitare non più di trecentodue spettatori. Il Teatro era stato chiuso oltre quindici anni fa a causa della mancanza delle nuove norme di sicurezza. I palchettisti non provvidero mai ad effettuare i lavori necessari e si limitarono a chiudere il teatro. Pierangelo Lombardi, ormai padre adottivo del Teatro Sociale, fa notare che: «L'edificio è considerato uno dei primi esempi di architettura e struttura interna teatrale della prima metà del diciannovesimo secolo e che, nel 1949, è stato dichiarato monumento nazionale». L'Assessore punta tiene a sottolineare l’importanza del sipario originale, particolarmente prezioso, raffigurante una scena dei Promessi sposi dipinta da Felice de Maurizio di Milano (1844) che fu allievo di Luigi Sabatelli.
«Finalmente un teatro vero - esclama Lombardi soddisfatto - aperto a tutti, compresi i portatori di handicap, ai quali si è pensato per ogni loro necessità». La stagione vera e propria su aprirà l’anno prossimo, ma già nella prossima primavera si sperimenteranno spettacoli di vario tipo per vedere la risposta del pubblico, orfano da troppo tempo di un teatro agibile.

C'è un po' il timore che si sia persa l'abitudine di «andare a teatro», ma il sindaco è sicuro del successo anche se - precisa - «i primi spettacoli proposti saranno modesti, gli abitanti di Stradella avranno il loro teatro e le loro preferenze verranno rispettate. E solo un poco orientate».
Fra le mura del teatro è annunciato anche «Il museo della fisarmonica e del Po», e qui viene in mente un certo Giovannino Guareschi.

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