Il filo rosso tra Leone XIV e Benedetto XVI: il gesto che svela la vera eredità di papa Ratzinger

Leone XIV cita l'enciclica di Ratzinger e riaffiora un legame profondo con gli agostiniani, tra teologia, omelie memorabili e un passato condiviso nei giardini del Vaticano

Il filo rosso tra Leone XIV e Benedetto XVI: il gesto che svela la vera eredità di papa Ratzinger
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Ieri Leone XIV, parlando ai cardinali, ha parlato di speranza e nel suo testo ha rimandato all'enciclica Spe salvi del 2007. Robert Francis Prevost è un teologo ed è anche un estimatore del predecessore che più di tutti, nella storia recente, ha lasciato un segno importante nel mondo della teologia: Joseph Ratzinger.

L'incontro

Leone XIV è un agostiniano molto orgoglioso dell'appartenenza ad un ordine di cui è stato dal 2001 al 2013 il priore generale. Ratzinger invece deve molto alla teologia agostiniana tant'è che dedicò la sua tesi di dottorato al tema "Popolo e casa di Dio nella dottrina della Chiesa di Sant'Agostino" nel 1953. Divenuto Papa col nome di Benedetto XVI, volle omaggiare il santo d'Ippona recandosi in visita pastorale a Pavia nel 2007 ed in particolare celebrando i vespri nella Basilica di San Pietro in Ciel d'Oro. Un luogo speciale perchè qui si trova l'urna con i resti di sant'Agostino. Ad accoglierlo in chiesa c'era proprio l'allora priore generale degli agostiniani Robert Francis Prevost che si guadagnò una menzione nell'omelia di Ratzinger. Benedetto XVI disse di voler porgere un saluto "in modo speciale al priore generale degli agostiniani, padre Robert Francis Prevost". Quell'omelia è una delle più belle del pontificato di Benedetto XVI che approfondì le tre conversioni del santo d'Ippona.

La Giornata mondiale della gioventù

Dopo l'elezione i media di tutto il mondo hanno spulciato ogni singolo tweet del profilo X di Prevost aperto nel 2011. Leone XIV ha inaugurato la sua presenza social proprio con un tweet dedicato a Ratzinger alla vigilia della Giornata mondiale della gioventù (Gmg) di Madrid. Prevost twittò:"In attesa dell'arrivo di Papa Benedetto XVI a Cuatro Vientos. Tutti uniti nella preghiera". Fra due anni toccherà a lui presiedere la nuova edizione della Gmg in Corea. Il grande evento inventato da Giovanni Paolo II con la collaborazione dell'allora monsignor Paul Josef Cordes tornerà in Asia dopo 32 anni. L'ultima volta era stata ospitata a Manila, nelle Filippine, nel 1995.

Nei giardini

Gli agostiniani sono di casa in Vaticano perché dal XIV secolo gestiscono la sagrestia pontificia e quindi preparano suppellettili e paramenti per il Papa. Non solo. Sempre a quest'ordine è affidata la parrocchia del piccolo Stato, la chiesa di Sant'Anna dei Palafrenieri. Benedetto XVI, anche dopo la rinuncia del 2013, considerava come il "suo" parroco un agostiniano. Negli anni dopo la rinuncia i parroci sono stati padre Bruno Silvestrini e poi padre Mario Millardi.

Questa circostanza ha fatto sì che la comunità agostiniana in Vaticano fosse spesso ricevuta dal Papa emerito ospite al monastero Mater Ecclesiae. Anche da Papa regnante era solito ricevere gli agostiniani e in un'occasione vennero accompagnati proprio dall'allora priore Prevost. Ad accompagnare il futuro Papa c'era padre Silvestrini, ora custode del Sacrario Pontificio e la memoria storica degli agostiniani in Vaticano padre Gioele Schiavella. C'è una foto ad immortalare la cordialità che esisteva tra Leone XIV e Benedetto XVI, ritratti sorridenti sotto al mosaico di una Madonna con Bambino che si trova nei Giardini Vaticani.

Negli anni del suo ritiro, il Papa emerito era solito incontrare i suoi ospiti proprio nell'area verde a ridosso del monastero che percorreva per recitare il rosario. Chissà se Ratzinger ha immaginato per un momento di aver incontrato un suo successore.

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