Clima, intesa sul nuovo trattato Il sì degli Usa fa partire "Kyoto 2"

Bali: Usa e Ue trovano l'accordo. Dopo due settimane di divisioni approvata la "roadmap" per adottare un nuovo trattato. Compromesso dopo l'ultimo scontro, poi la firma

Clima, intesa sul nuovo trattato 
Il sì degli Usa fa partire "Kyoto 2"

Bali - E' accordo internazionale sulla road-map di Bali per salvare il clima. La Conferenza Onu sui cambiamenti climatici ha approvato il documento che serve per avviare due anni di negoziati mondiali e arrivare, al summit sul clima del 2009 fissato a Copenaghen, a varare un nuovo accordo di riduzione dei gas serra per il dopo 2012, a partire cioé dalla scadenza del Protocollo di Kyoto. Il finale dell'approvazione della road-map di Bali è stato al cardiopalma. Fino all'ultimo l'esito è rimasto incerto.

La dichiarazione dell'opposizione degli Stati Uniti all'accordo di compromesso proposto dai Paesi in via di sviluppo ha, dapprima gettato il gelo sulla platea di ministri e delegati riuniti in plenaria, poi ha scatenato una serie di interventi tutti a favore del compromesso. Tra i più forti quello del Sudafrica che ha rimandato al mittente, gli Usa, il no ricevendo applausi scroscianti. A questo punto gli Stati Uniti hanno dovuto cedere alle pressioni e, con il capo delegazione Paula Dobriansky, hanno ripreso la parola dicendosi a favore del consenso. Tre colpi di martelletto da parte del ministro dell'ambiente indonesiano Rachmat Witoelar, presidente della Conferenza e il documento è stato approvato salutato da uno scrosciante applauso liberatorio.

Cosa cambia Tra le novità il coinvolgimento dei Paesi in via di sviluppo che, insieme all'Ue, hanno respinto l'ostruzionismo degli Stati Uniti. In mattinata era dovuto intervenire il segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon sollecitando il senso di responsabilità di tutti i paesi rispetto a questa emergenza planetaria. Lo stesso Ban Ki-moon dopo l'approvazione si è detto profondamente grato nei confronti di molti membri di stati per il loro spirito di flessibilità e compromesso". Già i negoziati avevano subito un rallentamento dopo la seconda notte di trattative e nella mattina di sabato, quando in Italia era ancora notte, si erano bloccati, facendo chiudere il summit addirittura un giorno dopo rispetto alla tabella di marcia ufficiale. I Paesi in via di sviluppo del gruppo detto G77&Cina, hanno avanzato una loro proposta. Ma la situazione non si sbloccava. Poi il no degli Usa. Quindi la richiesta degli stessi paesi in via di sviluppo di mostrare leadership e sensibilità nei confronti di quei paesi che sono maggiormente soggetti alle conseguenze prodotte dai cambiamenti climatici. L'approvazione della road-map di Bali, per il ministro dell'Ambiente, Alfonso Pecoraro Scanio, significa aver 'sconfitto chi voleva boicottare Kyoto e Bali''. 'Un successo per l'Onu - ha detto il ministro - e per l'Ipcc". Per il ministro un unico rammarico: 'Aver tolto l'indicazione, fin da ora, degli obiettivi di taglio delle emissioni".

Tagli agli emissioni Un capitolo che ha rappresentato la parte centrale del braccio di ferro di questi giorni ma che, oggi, alla luce dei risultati, appare quasi secondario. Nel documento ad ogni modo resta il riferimento base, nel 'preambolo'' al quarto Rapporto degli scienziati del Panel intergovernativo sui cambiamenti climatici (Ipcc) ma i 'numeri'' dei tagli delle emissioni, quel 25-40% al 2020 da parte dei paesi industrializzati rispetto ai livelli del '90 non sono scritti nero su bianco. Il riferimento e' in una nota inserita a fondo pagina che indica tre pagine dello stesso rapporto. Pagine in cui ci sono sia gli scenari dell'aumento dei gas serra e il relativo innalzamento della temperatura sia gli stessi range di riduzione delle emissioni di gas serra voluti soprattutto da Unione Europea e Italia.

Scuse lacrime di De Boer Che la sessione Onu sul clima sia stata a Bali particolarmente carica di tensione fino alla fine lo dimostrano anche le lacrime del responsabile del segretariato Onu per i cambiamenti climatici, Yvo de Boer, che era stato attaccato da

India e Cina per aver convocato la plenaria mentre i Paesi in via di sviluppo erano riuniti. 'Non lo sapevo'', si è scusato De Boer lasciando la sala in lacrime. Al suo rientro è stato accolto da un applauso fragoroso.

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