Riccardo Re
Cè chi, leggendo il libro di Dan Brown, si è dovuto stropicciare gli occhi, ma cè anche chi è pronto a stropicciarsi pure le orecchie per andare a vedere il film di imminente uscita nelle sale cinematografiche.
Cè chi, invece, onde evitare di stopicciarsi occhi e orecchie, il «Codice da Vinci» proprio non lo andrà a vedere ma cè anche chi si augura e si mobilita per far sì che questo film lo vadano a vedere davvero in pochi. Tra questi ultimi cè il capogruppo regionale di Alleanza Nazionale, Gianni Plinio, che ha promosso listituzione di un comitato: «Codice da Vinci? No grazie». Una proposta di un comitato aperto al mondo politico, culturale e a tutti quei cittadini pronti a mobilitarsi per «dissuadere i liguri dallandare a vedere un film gravemente diffamatorio nei confronti del Cristianesimo ed offensivo dei sentimenti dei cattolici».
Non si sa ancora se il cardinale Tarcisio Bertone aderirà a questo comitato ma solo al nome «Codice da Vinci» il cardinale storce il naso. «Non so ancora se lo andrò a vedere» annuncia Bertone in occasione della conferenza stampa per il Concerto del cuore. «Non lo escludo, ci devo ancora pensare, ma dipende anche dallagenda perché dovrei avere a disposizione tempo da perdere». Tempo perso insomma andare a vedere il film sostiene il cardinale, un film verso cui però non si può rimanere indifferenti, e anzi, anche Bertone, in linea con quello che dice Plinio, auspica che ci sia una certa mobilitazione. «Si sta sempre più giocando al tiro a segno contro la chiesa» tuona Bertone che aggiunge: «Mi auguro pertanto che non solo i cattolici ma tutti i cristiani sappiano reagire».
E a reagire è sicuramente Plinio, che proprio mentre il cardinale auspica una mobilitazione, comunica alla stampa «di essere fiducioso che si riuscirà a realizzare anche a Genova, così come si sta facendo un po dovunque, un fronte ampio a tutela dei cattolici».
Ma a far arrabbiare entrambi sembra sia la differenza di trattamento per le diverse religioni, insomma due pesi e due misure, tolleranza e intolleranza alla libertà di espressione che sposta, a loro giudizio, la soglia del tollerabilmente accettabile a seconda delle proprie convinzioni. «Non è accettabile che per le vignette satiriche sullIslam si sia scatenato il finimondo mentre si resti indifferenti quando a essere pesantemente sbeffeggiati sono la Chiesa e i cristiani» sbotta Plinio, mentre Bertone, a distanza, incalza dicendo provocatoriamente «vorrei vedere se Dan Brown fosse capace a fare un Codice da Vinci su Maometto e sarei curioso di vedere quello che succede».
E così, mentre Plinio si amareggia per una mancanza di rispetto nei confronti dei cattolici «che fino a prova contraria rappresentano la maggioranza del paese», Bertone si dispiace che il vile denaro sia il motore di questa campagna denigratoria per la Chiesa. «Il tradimento di Gesù era avvenuto per 30 denari, mentre oggi, a tradire Gesù, cè un affare di milioni di dollari e questo è realmente triste» ammonisce Bertone, che tuttavia non esclude altre possibilità: «È vero che è triste se si trattasse di una questione solamente economica, ma se fosse una campagna per smantellare i cardini della religione cristiana sarebbe qualcosa di decisamente più preoccupante». Insomma una dura condanna quella di Bertone che accusa anche la stampa di aver fatto critiche positive al libro e al film, sottolineando come «non sia possibile che i mass media siano insorti per accusare la proiezione del film la Passione di Cristo in televisione, mentre tacciano per la proiezione di questo film in tutti i cinema italiani».
Plinio però coglie anche l'assist del prefetto della Congregazione per il culto, il cardinale Francis Arinze, che ipotizza anche eventuali ricorsi allautorità giudiziaria, e annuncia di voler consultare un pool di legali.
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